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Elezioni e “liste civetta”,
non si placa la polemica:
il caso di Castignano

URNE - Tengono ancora banco alcuni casi avvenuti in diversi Comuni del Piceno. Il primo cittadino di Castignano, Fabio Polini: «Il sindaco è un’istituzione, non può stare dietro a sciocchezze da bar o al chiacchiericcio dei social»
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di Maria Nerina Galiè

Le “liste civetta” e le strane concomitanze  relative agli schieramenti che si sono contesi il rinnovo dei consigli comunali in 23 Comuni del Piceno lo scorso 26 maggio continuano a far parlare di sé. Dopo aver “scovato” candidati su più Comuni e la presenza, nei raggruppamenti più “particolari”, di almeno un rappresentante delle forze dell’ordine non residente nel paese dove si è presentato, sono venuti alla carica alcuni residenti di Castignano per denunciare quanto accaduto nel borgo dell’entroterra piceno, dove un gruppo di cittadini si è riunito in un comitato spontaneo tirando in ballo addirittura “limitazione della sovranità popolare”, quella del primo articolo della Costituzione.  Il motivo, scritto in una lettera inviata a tutti i concittadini, sta nella “curiosa” coincidenza che alcuni candidati, e di entrambe le liste contendenti, non sono del paese dove chiedevano i voti, hanno cognomi uguali, sono nati nel medesimo Comune, Larino in provincia di Campobasso. Coincidenza che non ha premiato in sede di giudizio dell’elettorato che, implacabile, non ha dato loro nemmeno una crocetta.

A Castignano c’erano due liste, “Uniti per Costruire” con a capo il sindaco uscente Fabio Polini e schierava, tra gli altri Mariachiara Mirco, Michela Macchiagodena e Giovanna Macchiagodena, tutte e tre nate a Larino e uscite dalle elezioni con zero voti. L’altra lista era “Obiettivo Castignano” capitanata da Stefania Panella, nata a Larino, entrata come consigliere di opposizione. Con lei c’erano Marco Michelessi e Valentina Michelessi, entrambi zero voti, cosi come Rita Flamini e Valerio Guerrieri. Nessuno dei sette ha residenza a Castignano. Non ce l’ha nemmeno la Panella. Gli autori della lettera inviata alla popolazione parlano anche di presunte parentele o affinità tra i membri dei due team, affermazione che può costare loro una severa sanzione per violazione della privacy.

Fabio Polini, sindaco di Castignano

Lo sanno bene ma sostengono di parlare a ragion veduta. Alfonso Alfonsi, castignanese, ha sposato la causa pur non essendo tra i promotori della protesta e ci mette nome e cognome, mentre i membri del comitato spontaneo, c’è da precisarlo, non hanno firmato la missiva accusatoria. «Mi sono complimentato con chi ha preso in mano la situazione ed ha inviato la lettera» ha affermato per poi continuare: «Ci sono troppe cose strane. Mancano le prove ma le voci sono tante ed in molte le riteniamo credibili. Ho chiesto al vice sindaco (Andrea Fioravanti, vice della Giunta uscente, ndr) se era vero che queste persone fossero imparentate e dove risiedessero perché qui non si erano mai viste. Non ha risposto appellandosi alla privacy. Il fatto che fossero di fuori, poi mi induce una riflessione: possibile che non c’era nessuno di Castignano disposto a mettersi in gioco per queste elezioni?». Poi Alfonsi affonda il colpo: «Il sindaco uscente rischiava di correre da solo ed ha voluto evitare la bocciatura popolare attraverso il mancato raggiungimento del quorum». Dalla competizione Polini è uscito con 1.204 voti contro l’avversaria che ne ha totalizzati soltanto 135, superandola con l’altisonante percentuale dell’89,99%. I votanti a Castignano sono stati 1.654 pari al 64,89% su 2.549 elettori. Le schede bianche 56, le nulle 260.

Il commento del sindaco Fabio Polini, sentito sull’intera vicenda, ha tagliato corto: «Il sindaco è un’istituzione, non può stare dietro alle sciocchezze che si dicono nei bar o al chiacchiericcio che si diffonde sui social». Risponda almeno al motivo che l’ha indotta a scegliere nella sua lista candidati che non sono di Castignano. «Non devo spiegazioni a nessuno su questo argomento. E’ importante che, se non sbaglio, sono entrati solo consiglieri del posto, Panella a parte, tutti bravissimi e pronti a lavorare per il bene del paese».

 


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