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La Unionalpha è una delle aziende
che trainano l’economia italiana

COMUNANZA - Il riconoscimento a marzo dal Italypost che l’ha designata “Champion 2019”, insieme ad altre 16 nelle Marche. Conta 7 unità produttive e 450 dipendenti in tutta Europa, 90 lavorano nello stabilimento piceno che è anche il quartier generale. Il presidente Remo Perugini: «Internazionalizzazione e altissimo livello di tecnologia e specializzazione sono il segreto del successo»
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Fabrizio Romeo, Angela Ricciuti, Marcella Urru, Francesca Perugini

di Maria Nerina Galiè

La Unionalpha spa, leader in Europa nella produzione di cablaggi elettrici per elettrodomestici con sede a Comunanza, è una delle 500 aziende che trainano l’economia italiana. A stabilirlo è stato il Centro Studio di ItalyPost, l’autorevole portale affacciato sul mondo delle imprese, che l’ha incoronata “Champion 2019” tra tutte le Pmi nazionali che registrano tra 20 e 120 milioni di fatturato. I principali parametri presi  in esame sono stati la crescita media annua, superiore al 10%, ed il patrimonio finanziario netto nel periodo compreso tra il 2011 ed il 2017. Anni di crisi, durante i quali questi campioni dell’eccellenza, insieme alle cento medie imprese (dai 120 ai 500 milioni di fatturato) pure premiate, possono essere definite il primo datore di lavoro d’Italia, con 160.000 dipendenti.  Il prestigioso titolo è stato conferito a metà marzo, in totale tra Pmi e grande imprese, a 479 aziende del Nord Italia, 40 nel Sud e nelle Isole e 81 nell’area centrale, di cui solo 16 sono nelle Marche. Una di esse è appunto la Unionalpha, 7 unità produttive dislocate in tutta Europa e 450 lavoratori, 90 dei quali nel piccolo paese piceno, dove si trova il quartier generale, un gioiello di efficienza nelle mani di uno staff di quarantenni preparati e motivati, che si avvalgono delle più avanzate tecnologie di produzione, gestione e comunicazione e dell’insostituibile lungimiranza del loro presidente, Remo Perugini. E’ lui a dare il merito del successo all’internazionalizzazione, un parolone che di questi tempi racchiude la panacea di tutti i mali dell’economia di casa nostra. «Se dieci anni fa avessi contato solo sul mercato italiano non avremmo avuto un futuro – sottolinea – è  stato proprio l’allargamento alla Grande Europa a determinare, a rendere necessaria direi, la crescita dell’azienda in Italia».

«E’ da qui, dal quartier generale di Comunanza che parte l’80% dei semilavorati che riforniscono gli altri stabilimenti europei» spiega l’amministratore delegato Francesca Perugini. «In Italia viene prodotta la parte più tecnologicamente significativa delle componenti – aggiunge – perché qui sono localizzati i macchinari più avanzati, quelli che richiedono una specializzazione almeno quinquennale del personale. Investire sul “fattore umano” resta uno dei principali impegni della nostra impresa. Basti pensare che i direttori degli stabilimenti esteri sono del posto, formati in Italia per lavorare a casa loro». «L’intero comparto – continua Fabrizio Romeo, direttore generale e membro del cda unitamente a Marcella Urru, direttore del settore amministrazione e finanza e Angela Ricciuti, direttore commerciale – sforna 50.000 cablaggi al giorno, uno ogni due secondi. I nostri clienti, tra cui la Whirlpool,  insieme rappresentano il 70% dei produttori di elettrodomestici del mondo».

La Unionalpha, ora società per azioni, è stata fondata nel 1985 a Comunanza dalla famiglia Perugini, Gabriella l’ha guidata per un quarto di secolo. Nel 2008 ne ha preso le redini Remo Perugini forte della sua esperienza internazionale acquisita nel gruppo di Vittorio Merloni dove avvia la sua carriera nello stabilimento di Comunanza nel 1974 diventandone in breve tempo direttore, quindi, direttore dell’Area Industriale Sud Italia dopo l’acquisizione del gruppo Indesit. Nel 2000 assume la direzione generale di Stinol in Russia per poi dirigere il gruppo Gda-Hotpoint in Inghilterra.

Nel 2008 è tornato in Italia per dare continuità, ed una sterzata, all’impresa di famiglia nel momento in cui la crisi iniziava ad affondare i suoi artigli sull’intero sistema economico nazionale. Allora che fare? Tutto fuorché gettare la spugna o nascondersi dietro politiche di assistenzialismo. E’ stato dato il via invece alla fase dell’internazionalizzazione. Nel 2009 il primo stabilimento in Russia, che ha dato nuova linfa e motivo per potenziare la sede di Comunanza. In seguito sono nate le unità produttive in Polonia, Romania, Serbia, Turchia e Ucraina. Il quartier generale resta però in Italia, a Comunanza per la precisione. E’ forse una scelta di passione? «Un imprenditore si appassiona solo alla sua azienda – prova, invano, a fare il duro Remo Perugini  – ama vederla crescere e primeggiare. E s’innamora dei suoi dipendenti, persegue il meglio per loro, nella misura in cui sono la risorsa principale per raggiungere tale obiettivo». Ma la scintilla nei suoi occhi tradisce l’uomo che si nasconde dietro all’imprenditore di successo, e ne rivela il marito, il padre e l’orgoglioso datore di lavoro, custode dell’altro grande amore, quello per il territorio e la sua gente. «Da uomo sono profondamente legato a Comunanza. E quando le passioni dell’uomo e dell’imprenditore coincidono, allora il connubio è perfetto».


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