di Benedetto Marinangeli
Il Tar del Lazio ha accolto nella giornata di martedì 11 giugno il ricorso presentato dal Comune di San Benedetto contro lo Stoccaggio Gas in zona Agraria. Annullati gli atti contro cui ricorreva il Comune e legati alle procedure di Via (Valutazione di Impatto Ambientale) al progetto e in particolare riguardo al rischio sismico del territorio.
Ed è proprio su questo punto che si basa la decisione con massimo riguardo agli eventi sismici che dal 2016 si protraggono nel Piceno. “Il giacimento -si legge nella sentenza- si trova in un’area la cui classe di pericolosità sismica, alla luce degli eventi sismici occorsi a partire dall’agosto del 2016, sarebbe più elevata di quella indicata nel documento prodotto da Gas Plus nel 2012; ed il decreto di compatibilità del giugno 2014 non avrebbe tenuto conto dei fenomeni sismici avvenuti successivamente” scrivono i giudici Gabriella De Michele, Vincenzo Blanda e Claudio Vallorani.
Il Tar del Lazio, inoltre, condanna le parti resistenti al pagamento delle spese di giudizio in favore del Comune che liquida nella misura complessiva di 6.000 euro, di cui 2.000 euro a carico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 3.000 euro a carico della Gas Plus Storage Srl. e 1.000 carico della Regione Marche.
«Per San Benedetto -afferma il sindaco Pasqualino Piunti nel corso della conferenza stampa con l’assessore Andrea Traini ed il legale del Comune Marina Di Concetto– è una giornata importante dopo una battaglia che è iniziata anni fa. Nel 2012 ero alla sfilata contro lo Stoccaggio Gas e non ho mai cambiato posizione. Ma bisogna dire grazie anche i comitati e le associazioni che hanno portato avanti con noi questa battaglia. La nostra è stata sempre una posizione lineare. Abbiamo vinto perchè nel ricorso che presentammo dopo che quello del gennaio 2018 era andato in perenzione, abbiamo inserito la richiesta di rivalutare il territorio in relazione agli eventi sismici».
«Nel nostro ricorso -continua il sindaco- c’era una relazione del professore Erio Pasqualini (docente di geofisica dell’Università di Ancona, ndr) che la sentenza espressamente richiama. Inoltre la decisione del Tar obbliga la Regione Marche a risarcire le spese legali. La conferma che su questo argomento ha sempre tenuto una posizione ambigua e che solo in prossimità delle elezioni avevano preso una posizione all’apparenza contraria. Ora apprendiamo, invece, che aveva fatto ricorso contro il Comune. Lo ripeto, da parte nostra siamo sempre stati al fianco dei cittadini, considerando sempre esiziale per San Benedetto la realizzazione di questo impianto di stoccaggio gas».
«Questo -aggiunge l’assessore all’ambiente Traini– è un ricorso autonomo del Comune. A inizio 2018 chiedevamo di rivedere le procedure di Via alla luce del sisma. Questa sentenza dice che la procedura va rifatta, se vogliono andare avanti devono seguire queste nuove direttive. Non possiamo però dire che sia stata messa la parola fine a questa querelle, ma allo stesso tempo l’autorità ci dà un grosso messaggio. E cioè viene presa in considerazione la precauzione e cioè che la salute dei cittadini vinee prima di ogni investimento privato».
Tutto quindi ora è in mano al Ministero dell’Ambiente che ha facoltà di chiudere definitivamente la pratica o fare ricorso insieme a Gas Plus. «Andremo anche lì per perorare questa causa-afferma Massimo Bartolozzi del Comitato Ambiente e Salute nel Piceno- perché ancora non è definitivamente chiusa. Ma sicuramente questa sentenza del Tar rappresenta un grosso vantaggio. Abbiamo già incontrato il ministro Costa che ci disse che avrebbe fatto tutto ciò che è in suo potere per scongiurare la creazione dell’impianto. E’ stato dimostrato con i fatti che l’induzione sismica che portavamo avanti non era da invasati ma ha fondamenti scientifici».
«In Emilia Romagna, infatti, i terremoti sono stati causati da un punto di stoccaggio gas in sovrapressione -è la conclusione di Bartolozzi-. Abbiamo anche invitato il sindaco Piunti ad una conferenza stampa che grazie ai senatori del territorio faremo a Palazzo Madama dove chiederemo a gran voce di mettere la parola fine alla questione in brevissimo tempo. La partita non è chiusa, ma anni di battaglia hanno portato a questo primo ed importante risultato».
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