di Benedetto Marinangeli
Cura e manutenzione dei giardini pubblici nella stagione estiva. Questo è il progetto “Ricominciamo dal verde”, rivolto ai detenuti a cura dell’associazione “Il Germoglio Onlus” e finanziato dal Comune. Lo scopo dell’iniziativa è la loro rieducazione e risocializzazione, nel rispetto del principio della “dignità della persona”, così come previsto dalla legge 354 del 1975.
La scelta dei giardini pubblici come luoghi di lavoro agevolerà anche l’incontro tra i detenuti e la società civile che indirettamente potrà beneficiare dell’attività svolta. Attraverso il progetto si assicurerà un concreto lavoro di supporto, organizzazione e sostegno nell’attuazione di misure alternative alla pena e alla detenzione. Si cercherà, inoltre, di favorire la conoscenza, l’accrescimento e il consolidamento di una rete di relazioni tra i destinatari, la società e il territorio, facilitando l’attivazione di un processo di cambiamento nella percezione della questione carceraria da parte del tessuto sociale.
I detenuti coinvolti nel progetto sono tre, tra cui anche soggetti agli arresti domiciliari o in affidamento nel comune o dintorni. Le attività si svolgeranno per 30 giorni all’anno a partire dal 1 luglio. Sono previsti tre giorni di lavoro a settimana, dalle 9 alle 13, alla presenza di un volontario dell’associazione Il Germoglio Onlus per tutta la durata dell’attività. Una iniziativa sperimentale che potrebbe essere ripetuta anche nei prossimi anni e che è stata recepita dall’ assessore ai servizi sociali Emanuela Carboni che ha immediatamente raccolto l’invito dell’associazione.
«Un progetto -spiega l’ amministratrice- che abbiamo abbracciato volentieri e per il quale ci siamo subito mossi con il direttore dell’ufficio Antonio Di Battista per trovare i fondi necessari alla sua realizzazione. E’ estremamente importante dare una opportunità di reinserimento e di integrazione ai detenuti. Infatti questa iniziativa risponde a due esigenze. La prima è quella del reinserimento dei detenuti e la loro possibilità di lavorare all’aria aperta, la secondo è relativa al fatto che San Benedetto potrà avere dei vantaggi per quanto riguarda la pulizia della città. Crediamo molto in questo progetto con la speranza che si possa ripetere anche in futuro, estendendolo anche ad altri lavori e con altre modalità».
«I detenuti -aggiunge il direttore dei servizi sociali Di Battista– lavoreranno per complessivi 27 giorni nei mesi di luglio e di agosto. Si tratta di un progetto sperimentale che ha una grande valenza sociale sia per chi lavora che per la città. Nel caso in cui dovesse avere successo ci metteremo al lavoro per trovare i fondi per ripeterlo. Il costo complessivo dell’operazione ammonta a circa 2.250 euro che saranno a carico del Comune».
Ma i detenuti di che cosa si dovranno occupare? «Saranno -risponde il direttore del settore aree verdi Lanfranco Cameli– di affiancamento ai nostri operatori in servizi meno impegnativi e opereranno nello sfalcio dell’ erba, nella potatura degli arbusti nelle passeggiate e sul lungomare dove c’è bisogno di lavori ripetuti e continui oltre che su aree verdi e giardini comunali. Opereranno per quattro ore al giorno e per tre giorni la settimana. Abbiamo accolto questa proposta con sorpresa ed interesse. La stagione piovosa che si è protratta fino a venti giorni fa, ci ha fatto ritardare negli interventi sulle essenze arboree e questa presenza è così oltremodo necessaria».
«E’ fondamentale e necessario credere nella possibilità di reintegrare i detenuti nella società –rimarcano Cosimo Bleve e Giuseppe Giuliano rispettivamente presidente e vice presidente de “Il Germoglio”- e ringraziamo l’amministrazione comunale per avere recepito il nostro progetto. Ricreare la dignità per chi vive una situazione di detenzione è importante, così come tornare ad essere in contatto con la gente. In questo modo oltre a vincere i pregiudizi, la persona interessata mette se stesso in discussione per una nuova possibilità di vita dopo il carcere. A questo progetto partecipano detenuti in regime di affidamento o che stanno facendo un percorso esterno. Non è escluso in futuro l’impiego di persone in stato di detenzione nei carceri di Castrogno o di Ascoli Piceno».
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