di Luca Capponi
“Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Si potrebbe ben citare Pierangelo Bertoli per definire in maniera sintetica Gino Vallesi. Anche se poi riassumere cosa egli ha rappresentato per Castel Trosino resterebbe comunque «Complicato», come ammette Roberto Paoletti. E la risposta è comprensibile, vista la mole di impegno e risultati che il buon Gino ha raggiunto in tanti anni di attività politica e sociale. A pochi giorni della cerimonia che gli intitolerà una delle sue creature più riuscite, l’Aula Verde (domenica 30 giugno alle 18), tracciare un ricordo a un anno e mezzo dalla sua scomparsa (avvenuta a 73 anni per un ictus) diventa però doveroso. Soprattutto per i giovani che non lo hanno mai conosciuto. Perchè mettere in collegamento proficuo le generazioni era una delle sue missioni.
Gino Vallesi
«E’ vero, Gino aveva una visione “illuminata” sia come politico che come presidente delle Acli, ed è giusto che l’Aula abbia un legame ancora più stretto con la sua figura -spiega Paoletti, che presiede il circolo “Anni Verdi”, gestore della struttura-. Fin dagli anni della Dc, in cui ha ricoperto ruoli importanti anche a livello regionale, Gino non ha mai dimenticato il proprio territorio. Il senso dell’intitolazione si ricollega anche all’estrema difesa delle sue radici e di quello che rappresentavano; trent’anni fa fu il primo a immaginare l’Aula Verde, uno spazio aperto a bambini e famiglie, un posto di festa, un centro ambientale ma soprattutto un luogo di incontro».
L’amata Castel Trosino
Ma la lista, come detto, è lunga: «Penso alle cene medievali, momenti comunitari che facevano venir fuori l’identità di Castel Trosino ma che si aprivano a situazioni che andavano oltre -prosegue Paoletti-. Da questi momenti ebbe poi origine, ad esempio, quanto accade di simile nei sestieri della Quintana di Ascoli. Da lì partì anche la Compagnia dei Folli, che poi è arrivata a quello che è oggi. Per Gino la comunità era fondamentale, come lo era comporre dal passato quello che poteva essere il futuro. Voglio citare la riattivazione di parte della Necropoli Longobarda e la passeggiata fluviale sotto la diga, dove fece realizzare i collegamenti con le sorgenti di acqua sulfurea».
«Acli ed “Anni Verdi”, che è nato con lui, Claudio Rosa e Loreto Marozzi, lo vogliono ricordare da una parte, ma allo stesso tempo continuare quello che lui voleva fare, e cioè mettere un punto sul passato e guardare al futuro -è la conclusione-. Oggi l’Aula continua a svolgere attività di educazione ambientale e naturalistica, campi estivi innovativi per bambini e non solo; è un parco comunitario che si apre all’incontro. E’ stata pensata così anche la giornata di domenica, che partirà nel primo pomeriggio e vedrà laboratori, atelier e anche l’inaugurazione della nuova ludoteca naturalistica».
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