di Franco De Marco
La politica, si sa, non va mai in vacanza. Chi si appresta ad un’estate intensa, girando le Marche da un capo all’altro, è l’ex sindaco di Ascoli, Guido Castelli, il quale ha già messo in moto la sua macchina organizzativa per giocarsi la candidatura a presidente della Regione Marche nel 2020. Anche se ancora non c’è stata alcuna nomination ufficiale da parte del centrodestra, che probabilmente avverrà in autunno, lui è scattato da buon ciclista.
Intanto ha fondato un’associazione culturale che è tutto un programma “Cambia le Marche”. L’obiettivo? «Per un progetto politico e culturale aperto a tutti coloro che desiderano dare il proprio contributo per rilanciare le Marche», ha dichiarato. La presentazione ufficiale di questa associazione, che ha nella sostanza il compito di verificare la possibilità di una lista civica, quindi fuori dai partiti tradizionali, a supporto della candidatura a presidente della Regione Marche dell’ex sindaco di Ascoli, ancora non c’è stata ma già ha iniziato ad operare.
Questa sera, venerdì, a Recanati, ore 21,30, nel Caffè di Piazza Leopardi, l’ex sindaco di Ascoli, ed ex consigliere regionale, presenterà il suo ultimo libro “Coi piedi per terra”. Dialogano con l’autore Simone Simonacci, il candidato sindaco di centrodestra di Recanati, sconfitto per 32 voti da Antonio Bravi (centrosinistra), e l’editore Simone Giaconi. Il libro di Guido Castelli, già presentato in tante città marchigiane e italiane, è una sorta di vademecum del bravo amministratore locale. «Dal mito di Anteo all’Italia dei Comuni . Per chi non vuole fermarsi alla politica dei like o dei vaffa e preferisce ripartire dai territori, dalle comunità e dalla sussidiareità», è lo slogan. L’appuntamento di Recanti è proposto dall’associazione “Cambia le Marche” che quindi entra in servizio permanente effettivo.
Ma come si collocherà politicamente Guido Castelli? Ancora non si pronuncia. Sta riflettendo. Lui è formalmente un iscritto a Forza Italia. Non nasconde la sua vicinanza al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il quale è da tempo molto critico con la linea di Silvio Berlusconi ed ha convocato per il 6 luglio a Roma, al Teatro Brancaccio, una convention di moderati per un nuovo movimento di centrodestra oltre Forza Italia e vicino alla Lega. Ma questo iniziale piano è stato in parte rivoluzionato dopo che Silvio Berlusconi ha nominato Giovanni Toti coordinatore nazionale del partito, in tandem con Mara Carfagna, in vista del congresso nazionale. Così la convention di Roma più che una scissione, potrebbe rappresentare l’elaborazione della mozione congressuale di Forza Italia. Oppure il definitivo distacco da Silvio Berlusconi. Che cosa farà Guido Castelli? E’ ancora indeciso se sarà a Roma o meno il 6 luglio. Di sicuro è politicamente legato a Giovanni Toti non a caso giunto ad Ascoli per sostenere, insieme a Guido Castelli, il candidato sindaco – poi vincente – Marco Fioravanti indicato da Lega e Fratelli d’Italia con Forza Italia divisa. Da tempo l’ex sindaco di Ascoli, che ha saputo conquistarsi una notorietà anche nazionale grazie alle sue apparizioni nei talk show televisivi, e quale presidente dell’Ifel, viene dato come candidato del centrodestra (Lega e Fratelli d’Italia in primo luogo) alle regionali del 2020. Si sussurra che abbia avuto concrete assicurazioni dai big Matteo Salvini e Giorgia Meloni ma le carte sono ancora coperte.
Da probabile candidato presidente della Regione, l’ex sindaco di Ascoli ha anche da tempo iniziato a cavalcare il tema della sanità – il suo prevedibile cavallo di battaglia – con accuse molto dure a Luca Ceriscioli e al suo governo. Non solo per quanto riguarda le scelte nel Piceno ma in tutte le Marche. Ultimamente, ad esempio, si è occupato anche dell’ospedale di Sassocorvaro. «Luca Ceriscioli e la sua giunta erano stati impegnati, fino all’approvazione del nuovo piano sanitario regionale, a non modificare la programmazione sanitaria vigente. – ha affermato – Noncuranti di ciò, Ceriscioli e il Partito democratico continuano a spostare posti letto e a modificare gli assetti ospedalieri della regione come nulla fosse. Questa volta è accaduto con la trasformazione dell’ospedale di comunità di Sassocorvaro in un ospedale per acuti. Una decisione molto “pesante”, anche perché di dubbia legittimità rispetto al “decreto Balduzzi”. Lo stesso DM 70 che, a detta di Ceriscioli e della Casini, imporrebbe il ridimensionamento delle strutture ospedaliere del Piceno. Non entro nel merito della scelta ma, sul piano del metodo, siamo alle solite: nelle Marche ci sono figli e figliastri».
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