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Sanità, tuonano i sindacati:
«Il Piceno continua
a essere penalizzato
nella ripartizione delle risorse»

ASCOLI - I rappresentanti provinciali di Cgil, Cisl e Uil, dopo l’incontro con la Regione, diffondono un documento sui problemi della Sanità picena. «Basta tagli, in quanto il Piceno è virtuoso da anni. Più posti letto per l’invecchiamento della popolazione. E sull’Ospedale unico: «Si affronti in un’ottica complessiva di piano sanitario di tutto il territorio»
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I sindacalisti ascolani nella sede della Cgil

di Giorgio Tabani

«Il territorio piceno rivendica pari dignità rispetto agli altri, bisogna smetterla di dirottare i fondi che ci spetterebbero verso Pesaro e Ancona». Così hanno dichiarato all’unisono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Ascoli, in occasione della conferenza stampa convocata per presentare le loro richieste sulla Sanità. Nell’ambito della campagna d’ascolto promossa da Regione Marche e Asur, i sindacati confederali hanno prodotto un documento che riassume una serie di considerazioni sull’Area Vasta 5 in termini di bisogni, criticità, servizi erogati e risorse.

«Noi non vorremmo essere presi in giro, chiediamo che questo non resti un semplice passaggio elettoralistico in vista delle regionali del prossimo anno» ha commentato Giuseppe Pacetti, segretario generale Uil di Ascoli. «Alla politica regionale ma anche ai sindaci del territorio – ha aggiunto – chiediamo finalmente concretezza, al di là di sogni irrealizzabili o di dispute campanilistiche e di partito, anche rispetto alla questione dell’Ospedale unico».

«Presenteremo a breve un documento rivolto alla conferenza dei sindaci e chiederemo di andare oltre l’alternativa Ospedale Unico sì o no: ci vuole un piano sanitario che riveli quale è il progetto della Regione sul futuro della sanità per tutto il territorio, gli assetti istituzionali e organizzativi vengono dopo un discorso complessivo» ha dichiarato la segretaria della Cgil provinciale Barbara Nicolai. «Non bisogna ripetere l’errore dell’autostrada A14, dove le divisioni hanno fatto sì che la terza corsia si fermi oggi a Porto Sant’Elpidio: tutto il territorio deve esprimere una posizione unitaria» ha aggiunto Antonio Angelini, responsabile Cisl per l’area di San Benedetto.

ANOMALIE – «Occorre premettere – ha spiegato la Nicolai – che esiste un forte disequilibrio territoriale nella distribuzione delle risorse fra le Aree vaste, basti pensare che solo per il costo del personale nell’anno 2019 l’intera Asur risparmierà 6.831.246 euro di cui ben 3.189.873 saranno realizzati nell’Area Vasta 5. Altra anomalia è data dal rapporto fra pubblico e privato, in quanto nel nostro territorio insiste la metà della sanità privata regionale».

CASE DELLA SALUTE – «Con l’ex direttore dell’Area Vasta 5 Massimo Del Moro – ha ricordato Angelini – era stato concordato un piano che prevedeva la sostituzione dei piccoli ospedali periferici con strutture come le Case della salute, oltre a un diverso coinvolgimento dei medici di medicina generale: niente di tutto questo è avvenuto. Mentre oggi le altre Aree vaste stanno negoziando contropartite simili, il Piceno subisce ulteriori tagli a causa di meccanismo basato sulla spesa storica: noi siamo virtuosi da anni, si guardino piuttosto l’entità dei servizi e delle prestazioni richieste dal territorio!».

PERSONALE – «La dotazione di personale – ha sottolineato Angelini – fa riferimento soltanto alla popolazione residente ma occorre considerare che d’estate c’è il fortissimo afflusso di turisti e comunque tutto l’anno il Piceno accoglie la cosiddetta “mobilità attiva”, ovvero persone che da fuori scelgono di venirsi a curare nella nostra Area Vasta. Altra importante questione da sanare è quella della disparità di trattamento fra dipendenti che svolgono le medesime funzioni in Aree vaste diverse. Annosa questione sono infine i concorsi su base regionale, in cui il candidato di Pesaro può essere chiamato ad Ascoli, da cui le incessanti richieste di mobilità: chiediamo che ci siano delle sotto-graduatorie sulla base delle richieste territoriali».

POSTI LETTO – «La percentuale di popolazione anziana nel Piceno sta aumentando più che altrove, quindi il sistema di residenzialità e semi-residenzialità deve necessariamente essere riprogrammato basandosi sul nostro reale fabbisogno: il nostro territorio ha appena il 13% dei posti letto dell’intera Regione, con le conseguenti liste d’attesa lunghissime» ha rincarato la dose Pacetti.

LISTE D’ATTESA E PREVENZIONE – «Le liste d’attesa – ha affermato la Nicolai – sono ancora troppo lunghe e urge trovare una soluzione, dall’utilizzo degli impianti h24 ad assunzioni mirate a tempo determinato. Altro problema è quello del sistema di prenotazione, scarsamente funzionale e su cui riceviamo molte segnalazioni. Sulla prevenzione occorre particolare attenzione, in particolare con l’entrata nel vivo della ricostruzione post-terremoto si pone sempre di più la questione delle malattie sul lavoro e degli infortuni, peraltro già verificatisi».

 


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