Si fatica a trovare le parole per l’assurda fine della piccola Leandra Kotori, morta nella serata di venerdì per le conseguenze dell’incidente di domenica scorsa, quando è stata trovata esanime nell’acqua della piscina “lagoon” al Centro vacanze “La Risacca”. Profondo cordoglio a Porto Sant’Elpidio (Fermo), dove la piccola abitava, al quartiere Faleriense. Commozione tra i vicini di casa ed amici della famiglia, in particolare nella comunità albanese, nazione d’origine dei genitori della bimba di appena 4 anni, che ora si stringe intorno a loro per aiutarli a superare una prova straziante. Centinaia i messaggi di solidarietà e vicinanza che continuano ad arrivate in queste ore.
Il corpo della povera Leandra rimane nella camera mortuaria dell’ospedale “Salesi” di Ancona, dove è spirata. Si attende per la giornata di domani l’autopsia sulla salma, poi dovrebbe arrivare il nulla osta dal magistrato affinché la bimba sia restituita ai suoi cari per i funerali. Il fascicolo d’indagine aperto alla Procura della Repubblica dopo l’incidente del 21 luglio, dopo il decesso della bimba, vede trasformarsi il capo d’imputazione in omicidio colposo. Al momento si indaga contro ignoti. Rimangono tutte da chiarire le eventuali responsabilità.
I Carabinieri, che da domenica scorsa indagano sul caso, hanno ascoltato il personale dell’Acquapark dove si è consumato l’incidente fatale ed altri testimoni. Non hanno fornito un supporto significativo le immagini del circuito di videosorveglianza del centro vacanze, visionate dai militari. Non c’erano infatti telecamere puntate sulla vasca dove la bimba è annegata. Resta quindi da capire cosa sia accaduto a Leandra in quei minuti che le sono costati la vita. Il padre, che era a “La Risacca” con lei ed il fratello maggiore, l’aveva persa di vista per qualche istante e la stava cercando. Potrebbe aver accusato una congestione una volta entrata in acqua, o esservi scivolata accindentalmente anche se al momento l’ipotesi più accreditata è che la bambina stesse giocando, da sola, in acqua. Anche per questo i militari hanno chiesto di farsi avanti a chiunque quel giorno abbia visto qualcosa, in particolare alla donna che per prima l’ha avvistata ed ha dato l’allarme.
All’arrivo dei soccorsi le condizioni della bambina erano già compromesse. Sono serviti oltre trenta minuti di massaggio cardiaco per riuscire a rianimare Leandra e far ripartire il battito cardiaco. Ma la bimba, da quel momento, non ha mai ripreso conoscenza. I danni cerebrali riportati erano troppo gravi ed al sesto giorno di coma il suo cuore si è fermato.
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