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Massima attenzione in acqua:
«L’apnea non è un gioco»

IL MONITO della Federazione Italiana Salvamento Acquatico dopo gli ultimi fatti cronaca: «Mai praticarla da soli senza alcuna assistenza e mai eseguire un'iperventilazione. Incidenti possono essere evitati con una maggiore consapevolezza»
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E’ bene ricordarlo: l’apnea non è un gioco. E chi si approccia il mare ed all’acqua deve farlo tenendo ben salda la testa sulle spalle. A ricordarlo è Raffaele Perrotta della Federazione Italiana Salvamento Acquatico, dopo gli ultimi casi di ragazzi che hanno rischiato la vita a causa di gare tra amici.

Raffaele Perrotta

Perrotta, da sempre è vicino a quelle che sono le tematiche inerenti il benessere e la tutela di tutti coloro che si avvicinano all’ambiente
acquatico. «L’apnea- afferma- è una pratica che negli ultimi anni ha coinvolto sempre un maggior numero di persone di entrambi i sessi. Si tratta di un arresto volontario della respirazione e può essere un affascinante viaggio dentro sé stessi se la si fa nel modo corretto. L’apnea va preparata attraverso specifici esercizi e non va improvvisata onde evitare problemi più o meno gravi. Mai praticare apnea da soli senza alcuna assistenza e mai eseguire un’iperventilazione. Incidenti possono essere evitati con una maggiore consapevolezza ed attenzione».

Massima cautela in mare

«I principali quadri clinici sono l’emottisi, cioè l’emissione di sangue dal tratto respiratorio con la tosse, e la sincope. Il primo riguarda prevalentemente gli apneisti che fanno immersione ed i sub profondisti. La sincope è più frequente e può interessare chiunque. Essa è caratterizzata da un’improvvisa e completa perdita di coscienza a seguito di anossia acuta cerebrale, dovuta all’arresto dell’attività circolatoria o respiratoria. Si tratta di una situazione di estrema gravità, poiché porta rapidamente alla morte se non si interviene nell’immediato. L’apnea rappresenta una delle cause della sincope, che può essere provocata da un bagno freddo dopo i pasti, durante dolori molto intensi, a seguito di una rapida ingestione di una bevanda ghiacciata».
Perrotta auspica che coloro che si accingono a praticare questa attività seguano corsi professionali svolti da persone
altamente qualificate. La Fisa ha inserito nelle proprie linee guida un modulo dedicato al soccorritore acquatico.


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