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L’addio a Luciano Samblich,
la storia dello sci

ASCOLI - La scomparsa del maestro che aveva da poco compiuto 80 anni. L'ultimo saluto di tutti i suoi allievi nella chiesa di San Filippo Neri a San Benedetto
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Luciano Samblich

di Walter Luzi

Sci ascolano in lutto per la scomparsa del maestro Luciano Samblich. Per dirgli addio sono arrivati a San Benedetto quasi tutti i maestri di sci ascolani, vecchi e nuovi, nella grande chiesa “San Filippo Neri”. Per rendere omaggio ad uno dei primi pionieri di questa disciplina. Grande appassionato, preparato, sempre aggiornato, Luciano (80 anni) aveva a lungo insegnato lo sci nella stazione invernale di Monte Piselli e non solo, facendosi apprezzare per le sue doti anche in molte altre località sciistiche italiane. Classe 1939, origini slovene, due matrimoni e due figli, prepensionato dopo il servizio prestato in Aeronautica, aveva a lungo vissuto ad Ascoli prima del trasferimento, da qualche anno, a Grottammare.

Luciano era rimasto vittima di un banale incidente circa due settimane fa, cadendo con la scala a pioli da un albero da frutta proprio ad Ascoli, nelle campagne delle Palombare. All’ospedale Torrette di Ancona era riuscito anche a  recuperare dai postumi della caduta, ma gli è stata fatale una sopravvenuta infezione, che ha vinto a sua pur forte tempra di sportivo. Aveva lasciato l’insegnamento ormai da diversi anni, ma l’amore per questo sport affratella più di ogni altro, e così chi l’ha conosciuto ed apprezzato non è voluto mancare.

La grande famiglia dei maestri di sci ascolani, guidata dal presidente del Co.Tu.Ge. Enzo Lori, si è ritrovata per rendere omaggio a Luciano Samblich. C’erano, fra gli altri, Sandro Alesi, ex direttore tecnico della stazione di Monte Piselli, con Domenico Cagnetti, Emidio Bucci, Stefano Odoardi, Ugo Cittadini, Alessandra Allevi, Andrea Giuliani e Marcello Angelini per la sezione F.I.S.I. maceratese. Tutti insieme per l’ultima discesa di Luciano.


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