Quale gioco scegliere nell’immenso panorama dell’offerta ludica? Quale è più adatto a mio figlio e alle sue attitudini? Quale potrebbe aiutarlo a sviluppare abilità carenti, suscitando il suo interesse piuttosto che la sua noia Sempre più spesso i genitori si pongono queste domande, in modo particolare al giorno d’oggi quando l’offerta ludica nei negozi dedicati è assolutamente superiore ad ogni possibile aspettativa e desiderio.
Per provare a dare risposte e chiarimenti a questi interrogativi, il Centro Ambulatoriale Santo Stefano Riabilitazione di San Benedetto, in collaborazione con Ottaviani Toys Grottammare e Djeco giocattoli, organizza “Una tavola rotonda “per gioco”. L’appuntamento, ad ingresso libero, è per il 9 settembre alle 15, presso il centro di via Nazario Sauro. Un evento aperto a tutti i genitori che hanno voglia di «confrontarsi sul tema del gioco grazie anche alla collaborazione di chi i giochi li produce e li vende – spiegano Sara Ubaldi, terapista della neuropsicomotricità, ed Elisa Traini, logopedista dell’età evolutiva – cercando di capire per quali finalità il gioco specifico nasce e come potremmo pertanto generalizzarne l’uso nella specifica famiglia e con quel preciso bambino».
Il momento del gioco, infatti, è strategico per una crescita cognitiva corretta e per lo sviluppo dell’apprendimento e risulta essere un’esperienza coinvolgente e ricca di stimoli, anche per i bambini con difficoltà, accompagnandoli nell’acquisizione di conoscenze, strategie e competenze.
«Un tempo non molto lontano – dicono gli organizzatori – i bimbi avevano tanto tempo da spendere all’aria aperta. Incontrarsi con i coetanei era cosa assolutamente normale e spontanea e il gioco era una peculiarità del solo bambino che si attivava, laddove non era possibile fruire di giochi preconfezionati, per realizzare manualmente e fisicamente il gioco con cui divertirsi. I genitori, mentre i bambini giocavano, si occupavano delle cose dei genitori. Oggi è cambiato tutto: i bambini non stanno molto all’aria aperta e incontrarsi con i coetanei comporta oneri organizzativi in termini di tempo e di responsabilità».
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