Ecco perché Parolisi
può uscire dal carcere

ASCOLI - Le norme dell'ordinamento penitenziario prevedono una serie di sconti in caso di buona condotta e rieducazione. Il militare potrebbe usufruire dei permessi premio fino ad un massimo di 45 giorni all'anno
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Salvatore Parolisi

Quarantacinque giorni di “permesso premio” ogni anno con una durata massima ogni volta di 15 giorni ” per consentire di coltivare interessi affettivi, culturali o di lavoro”. E’ quello che prevede l’articolo 30 ter dell’Ordinamento penitenziario italiano dopo aver scontato metà della pena e a patto di aver tenuto una “condotta regolare” e non “essere socialmente pericoloso”. E’ il beneficio che potrebbe ottenere Salvatore Parolisi, condannato in via definitiva a 20 anni per l’omicidio della moglie Melania Rea. Ancora non ci sono state richieste ufficiali, ma i legali dell’ex militare non hanno negato che si stia valutando questa opportunità. Parolisi si trova attualmente nel carcere di Bollate (Milano) ed è dietro le sbarre ormai dal 19 luglio del 2011, mentre la scomparsa della donna risale al 18 aprile di quell’anno. Sempre l’Ordinamento penitenziario (articolo 54) prevede uno “sconto” di 45 giorni ogni sei mesi “al condannato a pena detentiva che abbia dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione”.

Melania Rea

Inoltre per la concessione dei permessi premio, della semilibertà e della libertà condizionale, la parte di pena detratta per buona condotta viene considerata già scontata. E così Parolisi, che si trova in carcere da oltre 8 anni, potrebbe aver già scontato quindi già metà della pena considerando lo “sconto” di due già accumulato. Da qui la possibilità di richiedere permessi premio che ha scatenato la reazione negativa della famiglia di Melania Rea assistita dall’avvocato ascolano Mauro Gionni. «Siamo rimasti in contatto -dice il penalista- ed quando tornano nel Piceno ci vediamo». I familiari che si recano in preghiera al bosco di Ripe sono tornati l’ultima volta in occasione dell’inaugurazione della “Sala Rosa” alla Caserma dei Carabinieri intitolata proprio alla donna barbaramente uccisa (leggi l’articolo)». Anche la figlioletta Vittoria, che vive insieme ai nonni, è tornata a Folignano, dove ha trascorso i primi due anni di vita, lo scorso anno proprio a casa dell’avvocato Gionni.

rp

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