di Adriano Cespi
“La traduzione del Comune di Ascoli in una scadenza è la libera applicazione della nostra indicazione”. E’ la risposta che riceviamo dalla Regione Marche in merito alla comunicazione inviata dall’amministrazione del capoluogo Piceno, ad inizio settembre, alle venti famiglie rimaste senza casa dopo il terremoto del 2016. Una risposta che, seppur scritta in perfetto burocratese, non lascia spazio a doppie interpretazioni. E che arriva dopo che diversi ascolani, privi di un’abitazione per via dei gravi danni provocati alla loro casa dalla tremenda scossa dell’agosto di tre anni fa, preoccupati della missiva di Palazzo Arengo che li invitava a lasciare le strutture ricettive dove sono attualmente alloggiati entro il 30 novembre, si sono rivolti a Cronache Picene per avere informazioni più precise. Insomma, fermo restando “l’autonoma decisione del Comune”, come definita dalla Regione, di individuare fine novembre come data ultima entro la quale queste sfortunate famiglie dovranno abbandonare hotel, B&B, e altre strutture ricettive, per trasferirsi in case e appartamenti grazie al contributo di autonoma sistemazione (Cas), la Regione precisa ulteriormente che, “gli alloggiati potranno usufruire ancora dei fondi necessari per restare nelle strutture ricettive almeno fino al 31 dicembre”.
LA COMUNICAZIONE DEL COMUNE: SFOLLATI FUORI DALLE STRUTTURE RICETTIVE ENTRO IL 30 NOVEMBRE
Insomma, sempre secondo quanto sostiene la Regione, i fondi per tenere gli alloggiati all’interno di hotel e B&B sono disponibili fino al termine del 2019. Perché allora il Comune di Ascoli ha comunicato agli sfollati la data del 30 novembre 2019, come appunto leggiamo dalla comunicazione inviata loro il 5 settembre scorso? “Come da comunicazione della Regione Marche del 28 agosto 2019 – scrive Palazzo Arengo agli sfollati – è ormai necessario fornire forme di assistenza alla popolazione meno onerose per la finanza pubblica rispetto all’accoglienza presso le strutture ricettive. Ne consegue – continua la comunicazione del Comune – che il nucleo familiare, che potrà avvalersi per reperire una nuova sistemazione del Cas fornito dall’Amministrazione comunale, dovrà lasciare la sua struttura ricettiva entro il 30 novembre 2019. Da questa data l’eventuale permanenza presso la struttura sarà a completo carico della famiglia ospitata”. Insomma, un vero e proprio aut aut quello lanciato da Palazzo Arengo. Che, pur seguendo le direttive regionali, le anticipa, però, di un mese.
LA REGIONE CHIARISCE: SFOLLATI NEGLI HOTEL E B&B FINO AL 31 DICEMBRE
Eloquente quanto sostiene l’Ente anconetano, che fa, così, piena chiarezza sull’accoglienza agli sfollati nelle strutture ricettive ed elimina, di fatto, ogni confusione creatasi: “La scadenza ultima di legge – comunica la Regione – rimane ancorata al 31 dicembre 2019. Non è però prevista alcuna forma di prosecuzione di assistenza presso le strutture ricettive oltre tale data”. Ma come nasce questa differente interpretazione della norma? Perché il Comune indica come data ultima il 30 novembre, mentre la Regione parla di assistenza valida fino 31 dicembre? Tutto si collegherebbe all’informativa del 28 agosto con la quale la Regione ricordava ai Comuni (tutti), che “occorre fornire forme di assistenza alla popolazione più economiche rispetto all’ospitalità presso strutture ricettive. Ciò – continua l’informativa – anche per evitare di incorrere in eventuali danni erariali attribuibili a chi dispone le forme di assistenza alla propria popolazione colpita (i sindaci). Tuttavia – conclude l’Ente regionale – non è stata imposta alcuna data”. A questo punto alle venti famiglie ascolane non resta che aspettare la decisione del Comune. Che, visto quanto comunicato dalla Regione, potrebbe posticipare di un mese la scadenza. Allungando, così, di trenta giorni il tempo necessario per permettere loro di individuare una casa la più idonea possibile.
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