L’appello di Mariani (Confindustria):
«Imprenditori, puntate sul brand
Area di crisi: pronti a nuovi progetti»

ASCOLI - Martedì prossimo l'assemblea generale a San Benedetto alla presenza del presidente nazionale Vincenzo Boccia. «Le istituzioni ci devono ascoltare di più»
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Simone Mariani e Giuseppe Tosi

di Renato Pierantozzi

Quattro punti cardine per rilanciare il territorio («In alcuni settori in crisi drammatica come le calzature») e un accorato appello ai colleghi imprenditori: «Puntate sul brand, chi lo fa all’estero va due volte meglio rispetto a chi sta nel mercato italiano». E’ questa la sfida del presidente di Confindustria Centro Adriatico, Simone Mariani, in vista dell’assemblea pubblica di martedì prossimo (inizio ore 17) al PalaRiviera di San Benedetto alla presenza del numero uno nazionale, Vincenzo Boccia. Mariani non svela tutto il suo discorso, ma lancia messaggi precisi alle istituzioni fissando le priorità degli industriali. «E’ necessario -dice affiancato dal direttore Giuseppe Tosi- finanziare al più presto l’area di crisi complessa “fermano maceratese” visto il momento drammatico che sta vivendo il mondo delle calzature. L’altro giorno mi ha confessato un imprenditore: nemmeno con la ripresa forte di un “mercato” estero il settore sarebbe in grado di ripartire. Chiediamo anche di estendere, magari fino al 2022, l’area di crisi complessa Val Tronto- Val Vibrata che ha risvegliato l’interesse degli imprenditori ad investire. Ci sono ancora residui da mettere a bando e come imprese siamo pronti a raccogliere le nuove manifestazioni d’interesse delle aziende». Il “sogno nel cassetto” resta però un altro: «Chiediamo -dice sempre Mariani- il riconoscimento del Piceno e del Fermano come “zona economica speciale” alla luce della proposta elaborata insieme all’Ordine dei Commercialisti presieduto da Carlo Cantalamessa. Abbiamo verificato che il territorio ha i requisiti. Con questo riconoscimento faremmo un salto in avanti sul fronte dell’attratività senza precedenti». Infine il messaggio agli imprenditori. «E’ necessario puntare alla creazione di brand -dice- locali. Studi importanti hanno dimostrato che si presenta all’estero con un proprio marchio ha risultati due volte maggiori rispetto a chi sta un Italia. E’ vero che il nostro mestiere non è fare comunicazione o marketing, ma in questo caso possiamo chiedere alle istituzioni locali di aiutarci magari con la prossima programmazione europea». Infine la nota dolente del sisma. «Abbiamo a disposizione il più grande cantiere d’Europa -dice il direttore Tosi- ma ancora è tutto fermo con le macerie ancora in strada».

 

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