Alzi la mano chi conosce il significato del termine “balneoterapia“. Pochi, sicuramente. Eppure trattasi di un trattamento benefico che svolge un’azione antinfiammatoria sull’apparato osteo-articolare riducendo la rigidità muscolare e alleviando il dolore nelle varie forme di artrosi diffusa. Il resto è il dottor Daniele Carducci, dal 2015 medico presso le Terme di Acquasanta, a spiegarlo: «È prescritta e consigliata, oltre che per le affezioni artro-reumatiche, anche per quelle della pelle. Consiste in un’immersione parziale o completa, per 10-20 minuti, in una piscina termale o in una vasca singola termale, a 34-38 gradi».
Star bene grazie all’acqua “magica”
«Molti pazienti -continua il dottore- ignorano i benefici che la balneoterapia è in grado di apportare per quanto concerne le patologie dermatologiche, come psoriasi e dermatite atopica. Infatti, grazie alla potente azione antinfiammatoria, le acque termali alleviano la sintomatologia tipica di tali patologie donando un immediato sollievo duraturo nel tempo. Un ciclo di di balneoterapia consiste in 12 sedute a cadenza giornaliera».
La chiacchierata con Carducci rappresenta occasione propizia per porre ulteriore accento sulle qualità delle “magiche” acque acquasantane. «Le terapie termali, grazie alla peculiare composizione delle acque (molto ricche in sali), sono molteplici -spiega-. L’acqua minerale scaturisce alla temperatura di 30,5 gradi da una sorgente situata nei pressi dello stabilimento ed è classificata come termale sulfurea-salsa e solfata, particolarmente indicata per le affezioni dell’apparato respiratorio, come rinosinusite o bronchite cronica, per patologie otorinolaringaiatriche come le otiti catarrali, la sordità rinogena, le faringolaringiti e per le patologie reumatiche come osteoartrosi o reumatismi extrarticolari».
Il dottor Carducci
Tra i trattamenti più diffusi e noti, effettuati a seguito di una accurata visita medica, ci sono sicuramente le inalazioni. «L’acqua termale, ad una temperatura di 38 gradi, viene suddivisa a mezzo del vapore in particelle delle dimensioni di 8/10 micron -va avanti Carducci-. Poi viene inalata, per circa 10 minuti, salvo diversa prescrizione medica, ad una distanza di 10-20 centimetri, distribuendosi prevalentemente nelle vie aeree superiori e medie (naso, faringe, laringe). Il paziente deve respirare normalmente e senza sforzo, alternativamente dal naso e dalla bocca. Respirando lentamente l’adulto inala 1-1,5 litri di acqua termale nebulizzata in 8-10 minuti».
Poi ci sono aerosol, nebulizzazione, irrigazione nasale e doccia nasale. Senza dimenticare la fangoterapia. «I fanghi -precisa il dottore- vengono applicati ad una temperatura di circa 40-45 gradi ed esplicano azione antinfiammatoria, analgesica e di rilassamento muscolare, e di stimolo delle funzioni immunitarie. Possono essere applicati su tutto il corpo oppure, sulla base di eventuali controindicazioni, solo su determinate aree (fango parziale). La durata varia dai 10 ai 20 minuti. Il trattamento termina con la fase di “reazione”, che provoca abbondante sudorazione, durante la quale il paziente si rilassa su lettini posti in camerini appositamente predisposti».
«E’importante -conclude- informare i pazienti che la struttura termale è in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, perciò per usufruire delle cure occorre esibire la ricetta (nella quale dovrà essere specificata la tipologia di cura e la relativa diagnosi) effettuata dal proprio medico, dal pediatra o dallo specialista Asl. E’ possibile effettuare un solo ciclo di cure l’anno».
Una fortuna, dunque, avere tanta grazia in un territorio, quello del Piceno, che anche attraverso potenziali del genere può e deve rilanciarsi.
Di seguito, le cure nel dettaglio
Fanghi
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