Si fanno regalare telefono, playstation
e un’auto: due fratelli rinviati a giudizio
per truffa aggravata

ASCOLI - Il più giovane assisteva una 83enne disabile di Amandola, prima svolgendo il servizio civile con la Caritas, poi continuando privatamente. Nel corso dell'udienza preliminare in Tribunale, il giudice Rita De Angelis ha accolto la richiesta del pm Mara Flaiaini e dell’avvocato della donna Olindo Dionisi. Udienza il 24 febbraio 2020
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Due fratelli di 23 e 28 anni di Amandola sono stati rinviati a giudizio davanti al Tribunale di Ascoli  per truffa aggravata “in concorso tra loro e con artifici e raggiri” ai danni di un’anziana di 83 anni, pure di Amandola. Lo ha stabilito ieri mattina 15 ottobre, durante l’udienza preliminare, il giudice Rita De Angelis, accogliendo la richiesta del pm Mara Flaiaini e dell’avvocato della donna, che si è costituita parte civile, Olindo Dionisi. I legali dei ragazzi – Stefano Bastiani, Gianni Antonelli e Franco Ceregioli – volevano invece il non luogo a procedere.

Il Tribunale di Ascoli

Tutto è iniziato nel settembre 2016 quando il più giovane dei due, svolgendo il servizio civile per la Caritas di Amandola, entra in contatto con l’anziana, invalida con inabilità lavorativa al 100% per patologie psichiche, accompagnandola alle visite sanitarie e svolgendo per lei altre piccole commissioni come fare la spesa. Al termine del servizio civile il ragazzo ha continuato ad aiutare la donna, diventando il suo punto di riferimento. Secondo l’accusa, il giovane ha approfittato del rapporto di fiducia che si era creato fino a convincere la donna a farsi regalare un cellulare, la Playstation e addirittura un’auto, una Renault Clio nuova del valore di 15.000 euro, facendola intestare al fratello maggiore, coinvolto quindi anche lui nella vicenda.  Nell’ipotesi accusatoria si parla anche di pranzi e cene che il giovane si faceva offrire quasi tutti i giorni,  procurandosi “l’ingiusto profitto della disponibilità dei beni con pari danno per la persona offesa, con l’aggravante di aver commesso il fatto abusando dello stato di minorata difesa per le precarie condizioni di salute”. L’udienza per il dibattimento è stata fissata per il 24 febbraio 2020.

La denuncia è scattata a luglio 2017, preceduta da un tentativo di accordo da parte del legale dell’anziana, andato però a vuoto. Nel frattempo i beni, oggetto della presunta truffa, sono stati preventivamente sequestrati con ordinanza del Gip di marzo 2019.

m.n.g.


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