Carlo Mazzone il giorno dell’inaugurazione della Tribuna Est del “Del Duca” che porta il suo nome. Sulla destra la moglie Maria Pia e il pronipotino Cristian, in maglia rigorosamente bianconera (Foto Edo)
di Bruno Ferretti
Arrivò ad Ascoli il 17 ottobre 1960. Esattamente 59 anni fa. Doveva restare un anno per fare esperienza in Serie C e poi tornare alla Roma dove, a venti anni, aveva già disputato due partite in Serie A contro Torino e Fiorentina. E invece ad Ascoli ha messo le radici e non é andato più via. Carlo Mazzone, personaggio simbolo e bandiera della squadra bianconera. Prima come calciatore, poi come allenatore. Fu Costantino Rozzi, da poco eletto presidente, a dargli fiducia affidandogli la panchina. E mai fiducia fu così ben ripagata perché Mazzone e Rozzi, in pochi anni, portarono l’Ascoli addirittura in Serie A. Una favola da raccontare a figli e nipoti.
Mazzone (sulla destra) e Rozzi lasciano il “Ballarin” di San Benedetto dopo un derby sotto la neve nel 1971
Tutto cominciò quel 17 ottobre 1960 quando Carlo, l’uomo che ha cambiato la storia dell’Ascoli, arrivò per la prima volta in città.
«Fui chiamato da Anacleto Gianni, presidente della Roma – racconta – ero poco più di un ragazzo e non sapendo cosa volesse dirmi, andai da lui con un certo timore. Mi disse: Carlo devi farmi un favore. Devi andare a giocare ad Ascoli nella Del Duca. Un altro campionato in Serie C ti servirà per crescere ancora, poi tornerai alla Roma. Ovviamente accettai».
É il ricordo nostalgico di Carlo Mazzone, che si è ritirato dalle scene alcuni anni fa per dedicarsi alla famiglia. La sua ultima apparizione calcistica é stata il 4 maggio scorso quando il Comune di Ascoli e la dirigenza bianconera, gli hanno dedicato la nuova Tribuna Est dello stadio “Del Duca”. I tifosi quel giorno gli hanno riservato una calorosa, commovente, accoglienza. Una straordinaria manifestazione di affetto.
Mazzone e Rozzi ad inizio anni ’80: l’avventura va avanti già da un pezzo
Ma torniamo al 17 ottobte 1960. «Mio padre Edmondo mi accompagnò a prendere la corriera per Ascoli e mi salutò dicendomi: vai tranquillo, sei bravo e sai come comportarti – ricorda ancora Carlo – non sapevo niente di Ascoli, neppure dove stava. La corriera si fermò in Piazza Arringo. Scesi, presi le mie borse, attraversai Piazza del Popolo e rimasi colpito dalla sua bellezza. Dissi fra me e me: aoh ma qui è bello come a Roma! Poi raggiunsi la sede della Del Duca». Era situata in corso Mazzini, a Porta Romana, nell’edificio che ospitava allora la caserma dei Vigili del fuoco. «Fui accompagnato a vedere la stanza che sarebbe diventata il mio primo alloggio ascolano – aggiunge – nel vicino Corso di Sotto dove c’erano anche altri giocatori giunti da fuori».
Mazzone dona al presidente dell’Ascoli, Giuliano Tosti, la maglia celebrativa delle due 795 panchine in Serie A: un traguardo impossibile da raggiungere
Iniziò così l’avventura di Mazzone ad Ascoli, più di mezzo secolo fa. In verità non fu accolto benissimo. Alcuni tifosi alla vigilia della partita contro la capolista Lucchese entrarono di notte nel vecchio campo Squarcia, dove giocava la Del Duca perchè il nuovo stadio era in fase di costruzione, e segarono i pali delle porte. Era il 27 novembre 1960. Una clamorosa forma di protesta contro la scelta di schierare il romano Mazzone, centromediano (oggi difensore centrale) al posto di Giuliano Torelli, ascolano e beniamino dei tifosi bianconeri. I due, successivamente, giocarono anche insieme nella difesa della Del Duca Ascoli diventando grandi amici. Un’amicizia che il tempo non ha scalfito.
Mazzone aveva esordito il 13 novembre 1960 in Livorno-Ascoli 1-1. Ecco la sua pagella su “Il Messaggero”: “Mazzone è stato superlativo. Non si è quasi mai accontentato di spezzare le azioni degli avversari con tempestivi interventi di testa, ma si è preoccupato di costruire l’azione per i propri compagni appoggiando i laterali e sulle ali, spingendosi con la palla al piede fino al limite dell’area avversaria”. Al termine di quel primo campionato ad Ascoli, tornato a Roma, fu Mazzone a recarsi da Gianni. E gli disse: «Presidente, adesso sono io a chiederle un piacere: mi lasci ad Ascoli». Fu accontentato. Carlo non solo si era trovato bene, ma ad Ascoli aveva anche incontrato Maria Pia, ovvero il grande amore della sua vita. Un felice idillio che si é consolidato negli anni e dura ancora.
Per Carlo Mazzone parlano le cifre. Con l’Ascoli ha disputato 580 partite: 211 da calciatore in Serie C e 369 da allenatore in Serie C, B e A. Numeri irripetibili. Carletto oggi, a 82 anni, é impegnato in famiglia come marito di Maria Pia, padre di Sabrina e Massimo, nonno di Vanessa, Alessio e Iole, bisnonno di Cristian. Non va più allo stadio, ma l’Ascoli è sempre nel suo cuore.
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