di Renato Pierantozzi
Potrebbe esserci davvero la svolta per accelerare la ricostruzione privata all’interno del nuovo Decreto atteso lunedì in Consiglio dei Ministri (leggi l’articolo) Di fronte a numeri drammatici di pratiche presentate al di sotto del 20% (leggi l’articolo) con migliaia di edifici da riparare (circa tremila soltanto ad Ascoli tra danni lievi e gravi), l’articolo 3 della bozza composta da 11 articoli prevede testualmente che “la concessione del contributo avviene sulla base del progetto e della documentazione allegata alla domanda di contributo presentata dal professionista, che ne certifica la completezza e la regolarità amministrativa e tecnica, compresa la conformità edilizia e urbanistica, nonché sulla base dell’importo del contributo concedibile determinato dallo stesso professionista nei limiti del costo ammissibile…”. E ancora: “Se gli interventi necessitano dell’acquisizione di pareri ambientali, paesaggistici, di tutela dei beni culturali o di quelli ricompresi nelle aree dei parchi nazionali o delle aree protette regionali, il professionista, nella domanda di contributo, chiede la convocazione della Conferenza regionale”. Una vera e propria rivoluzione per sgonfiare il carico di lavoro degli Uffici speciali per ricostruzione e dei Comuni e cercare di accorciare i tempi. Negli altri articoli è prevista la proroga dello stato di emergenza fino al 2020 e lo stanziamento per quest’anno di 380 milioni mediante il Fondo nazionale per le emergenze. Prevista anche l’estensione ai comuni del cratere delle agevolazioni per i giovani imprenditori dell’intervento “Resto al Sud” con uno stanziamento di 20 milioni.
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