Parte della cuspide di Sant’Angelo Magno abbandonata nel giardino
di Luca Capponi
Come direbbe Antonio Lubrano: «La domanda sorge spontanea». Anzi, le domande. Ma è normale che parte della cuspide della chiesa di Sant’Angelo Magno, rimossa tre anni fa all’indomani della scossa di terremoto del 30 ottobre, sia lasciata al suo destino tra le sterpaglie di un giardino dell’università, nel quartiere della Piazzarola? E’ così che funziona? Cioè, basta coprire parte del reperto con una specie di cartone protettivo per poter stare tranquilli in merito alla sua “incolumità”? Non si poteva trovare un posto al coperto, più sicuro, anche per non dare l’impressione di abbandono che si ha osservando? Verrà restaurato quel pezzo o verrà sostituito? E quando? Non sarebbe comunque il caso di metterlo al riparo dopo tutto questo tempo?
Eppure trattasi di uno dei simboli di Ascoli e della stessa Piazzarola, la cui rimozione come detto avvenne a causa delle lesioni riportate durante le scosse, che ne minacciavano il crollo. All’indomani dello spettacolare intervento la parte finale della cuspide, con tanto di croce, fu posizionata proprio lì. Dove è ancora oggi.
La chiesa di Sant’Angelo, dal canto suo, attende un restauro per cui in molti si stanno battendo (in primis il Fai) e che nelle intenzioni dovrebbe restituire alla città uno dei suoi monumenti più affascinanti. Certo, se le premesse sono queste…
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati