Disoccupati Piceni:
«I nostri parlamentari visitino
prima i Centri per l’impiego
e poi le zone industriali»

ASCOLI - E lanciano un’idea: «Considerando che nel sud delle Marche mancano molti servizi, accanto al nuovo ipotetico ospedale di Spinetoli si costruissero strutture per accogliere un Polo Universitario»
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«Si susseguono le elezioni, si affrontano vincitori e sconfitti, ma si parla poco di quali “ricette” adottare per ridurre il rapporto debito pubblico-Pil, e ancora meno delle soluzioni per aiutare famiglie, giovani e disoccupati over 50». Lo afferma “Disoccupati Piceni”, che continua a tenere alta la guardia facendo sentire la propria voce.

«Rileviamo – dicono – il timido tentativo di ridurre le tasse, ma mancano soprattutto provvedimenti per abbassare il rapporto debito/Pil ormai quasi al 136%, significa che produciamo 100 e spendiamo 136, valori che non possono essere sostenuti a lungo. Fondamentali sono, limitare il debito e ridurre gli sprechi. Siamo preoccupati – aggiungono – di come si potranno reperire in futuro risorse per lo sviluppo, la sanità, l’istruzione e temiamo che molti servizi saranno tagliati e soprattutto sarà innalzata nuovamente l’età pensionabile. Chiediamo una maggiore attenzione e soprattutto interventi straordinari per un piano di sviluppo per i nostri territori. La situazione economico-occupazionale rimane grave, invitiamo tutti i nostri parlamentari, eletti per rappresentare il territorio a visitare prima i Centri per l’impiego e poi le nostre zone industriali».

«Sulle nostre strade – chiedono – vorremmo vedere pullman colmi di turisti e invece spesso abbiamo incrociato nelle zone di Monteprandone e Porto d’Ascoli camion colmi di macerie provenienti dalle zone del terremoto, oppure nella zona di Ascoli, soprattutto Castel di lama, camion con i rifiuti provenienti da Roma. Il buon senso – insistono i Disoccupati Piceni – vorrebbe che accanto al nuovo ipotetico ospedale di Spinetoli si costruissero strutture per accogliere magari un Polo Universitario considerando che nel sud delle Marche mancano molti servizi».


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