Tecnologia 5G,
«Città e cittadini
non devono essere
le cavie su cui sperimentare»

SAN BENEDETTO - L'appuntamento organizzato da "Ambiente e Salute nel Piceno" è per sabato 16 novembre. «Affinché l’informazione possa generare un'azione che protegga la popolazione. Se queste aziende installeranno le loro antenne sarà praticamente impossibile fargliele rimuovere»
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«Appellarsi al principio di precauzione europeo per rigettare la tecnologia 5G è riduttivo perché la scienza ha già dimostrato che l’inquinamento elettromagnetico è nocivo alla salute umana e che non è possibile applicare questa tecnologia senza che se ne siano dimostrate abbondantemente innocuità e soprattutto senza una valutazione di impatto ambientale e sanitaria». Questo è quanto emerge dalla partecipazione  di una delegazione composta da “Ambiente e Salute nel Piceno” e “Stop 5G Marche” a un convegno internazionale tenutosi a Roma alla Camera dei Deputati. L’incontro affrontava la questione della nuova tecnologia 5G e sono intervenuti scienziati, medici, legali di fama mondiale.

«Città e cittadini non devono essere loro direttamente le cavie sui quali sperimentare. Per queste ragioni abbiamo inviato una lettera al sindaco ai gruppi consiliari con la quale abbiamo chiesto una delibera che proponeva di emanare un’ordinanza per impedire che San Benedetto possa fare questa sperimentazione. Abbiamo raccolto competenze e informazioni per essere di sostegno a un eventuale azione del sindaco per dare forza al diniego dal punto di vista sia legale che amministrativo».

L’appuntamento è poi per sabato 16 novembre alle ore 16,30 presso la sala consiliare del Comune di San Benedetto. Si tratta di un incontro pubblico a cui sono invitate tutte le istituzioni del territorio, «affinché l’informazione possa generare un’azione diffusa e unitaria che protegga la popolazione fino a che non siano state fornite prove certe che dimostrino la non pericolosità di questa tecnologia. Se queste aziende installeranno le loro antenne sarà praticamente impossibile fargliele rimuovere».


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