di Marco Braccetti
Potenziamento della videosorveglianza, miglioramento delle comunicazioni tra reparto e vigilanza privata che veglia su tutto l’ospedale. E’ solo una parte del pacchetto di provvedimenti pensati per migliorare la sicurezza del Pronto Soccorso dell’ospedale civile “Madonna del Soccorso”. Tutto questo anche alla luce degli ultimi episodi di violenza, come la maxirissa culminata all’interno del reparto, o la precedente aggressione di un infermiere perpetrata da un paziente andato in escandescenza.
L’ospedale di San Benedetto (Foto Cicchini)
Anche in Riviera, dunque, si ripete sempre più spesso un fenomeno molto preoccupante, ossia quello degli episodi di brutalità che vedono coinvolti, loro malgrado, medici ed infermieri. In tutta Italia, lo scorso anno, ci sono state ben 1.200 denunce su questo fronte. Il Ministero della Salute ha già diramato delle raccomandazioni ufficiali e il reparto condotto dalla dottoressa Giuseppina Petrelli non si lascia trovare impreparato. Sullo sfondo c’è la valutazione della dirigenza dell’Area vasta 5 di un possibile accordo con l’Associazione Nazionale Carabinieri, proprio per garantire un maggior presidio di legalità all’interno delle mura ospedaliere.
Il primario Giuseppina Petrelli
Un’ipotesi, questa, finita sul tavolo di recenti riunioni operative, convocate per avanzare idee e proposte sul miglioramento della sicurezza presso il Pronto Soccorso. «Ho proposto lo spostamento del vigilante notturno dalla guardiola esterna ai locali interni. A tale scopo, è stata individuata un’apposita stanza nei pressi del triage. La semplice presenza fisica di un vigilante può infatti fungere da deterrente» dice la dottoressa Petrelli, rimarcando che è stato anche pensato di modificare il sistema di chiamata urgente del vigilante. Obiettivo: velocizzarlo, con l’eliminazione del passaggio tramite la centrale operativa, che aumenta i tempi di reazione dell’operatore dislocato in ospedale.
«E’ stato inoltre già messo in funzione un citofono d’emergenza che il personale medico e infermieristico del pronto soccorso può utilizzare per chiedere assistenza in caso di anomalie. Questo nuovo sistema ha già risolto almeno una situazione potenzialmente pericolosa», sottolinea ancora la Petrelli. Sempre lei, ha proposto l’attivazione di gruppi di ascolto a cui medici ed infermieri possono rivolgersi sia per combattere il proprio stress, sia per avere informazioni su particolari tecniche, volte ad effettuare una de-escalation (ossia una riduzione) degli atteggiamenti ostili e violenti degli utenti.
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