Un altro venerdì di grande jazz al Cotton Club di via del Commercio diretto da Emiliano D’Auria. Venerdì 22 novembre, per il terzo evento stagionale, inizio del concerto alle 21,45, si esibisce il trio americano dello strepitoso pianista Antonio Faraò.
Considerato da pubblico e critica come un’autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, ammirato da Herbie Hancock, ha suonato con i più prestigiosi artisti (Joe Lovano, Didier Lockwood, Miroslav Vitous, Jack Dejohnette, Chris Potter, Benny Golson e Ivan Lins), Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani.
Il suo stile è inconfondibile: una brillantezza tecnica con un impetuosa carica emotiva, una notevole vena compositiva e un travolgente senso ritmico. Nel 1998 ha ricevuto il più prestigioso dei riconoscimenti: il primo premio al “Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal” indetto dalla Città di Parigi. Un evento che ha lanciato Faraò ancora più intensamente nei circuiti europei della musica contemporanea e lo ha portato ad incidere, dopo alcuni dischi prodotti in Italia, vari album da leader per l’importante etichetta tedesca Enja Records come “Black Inside” nel 1998 con Jeff “Tain” Watts e Ira Coleman o “Thorn”, nel 2001, in cui Faraò è accompagnato da Jack DeJohnette, Chris Potter e Drew Gress. Antonio Faraò è stato invitato diverse volte da Herbie Hancock per partecipare all’ International Jazz Day evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite assieme a Brandford Marsalis, Kurt Elling, Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau e molti altri. Nel suo ultimo album Eklektik (Warner Music) invita diversi artisti di fama mondiale come Snoop Dogg, Marcus Miller, Bireli Lagrène e molti altri.
Ad accompagnarlo una sezione ritmica americana che vanta collaborazioni stellari sia in ambito jazz che pop. Alla batteria Mike Baker, Influenzato da batteristi-cantanti come Phil Collins e Don Henley, Baker ha realizzato anche un disco da cantante, Don’t you want my lovin’ . Ha suonato con miti del jazz come Jimmy Smith, Wayne Shorter, Joe Zawinul, ha accompagnato leggende della black music come Gregory Hines e Harold Nicholas ed ha lavorato per sette anni con Whitney Huston, Celine Dion, Giorgia. Uno dei batteristi più apprezzati da Prince e Al Jarreau. Al contrabbasso Pat Senatore, musicista richiestissimo dai grandi del jazz come Cedar Walton, Herb Alpert e Billy Higgins, esordì giovanissimo nel 1960 con l’orchestra di Stan Kenton e da quel momento la sua carriera è stata costellata da una miriade di collaborazioni con stelle mondiali del jazz americano. Biglietto d’ingresso 20 euro. Info: 331.3242057.
f.d.m.
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