Allarme povertà: il Comune destina
il Palazzetto Longobardo
a dimora invernale per senzatetto

ASCOLI - Dopo l’apertura del Polo dell’accoglienza e della solidarietà da parte della Curia, l’Amministrazione Fioravanti vara alcuni interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione. Oltre alla casa per senza fissa dimora, è stato varato il reddito di civiltà destinato a 28 persone. Alla bando per usufruire degli aiuti economici (400 euro mensili) possono partecipare italiani ed extracomunitari. Il termine scade il 30 dicembre
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L’ex Ostello della Gioventù al Palazzetto Longobardo diventerà “casa” per senzatetto

Quella della povertà è diventata una vera e propria emergenza cittadina. Con numeri che allarmano. E non poco. Al punto che la Curia, grazie all’aiuto economico della Fondazione Carisap, il 16 novembre scorso, ha aperto un vero e proprio Polo dell’accoglienza e della solidarietà (Pas) in viale De Gasperi, presso l’Ente seminario. Una struttura comprensiva di una mensa per bisognosi da 80 posti (che sostituisce quella di Santa Maria Intervineas, chiusa definitivamente) ed un ampio ambiente diurno dove le persone in difficoltà possono lavarsi, vestirsi, e sostare. Insomma, una risposta forte per una situazione da allarme rosso. Tra lavoro che manca, una zona industriale sempre più in crisi, e i portafogli degli ascolani sempre meno gonfi.

L’EX OSTELLO DELLA GIOVENTU’ AL PALAZZETTO LONGOBARDO FINO AL 30 APRILE FUNGERA’ DA DIMORA PER SENZATETTO

Non solo Curia. Anche il Comune si è attivato per venire incontro ai bisogni delle persone in difficoltà. Martedì scorso, infatti, la giunta ha deliberato di destinare l’alloggio ex Ostello della Gioventù, in via dei Soderini, presso il Palazzetto Longobardo, a luogo d’accoglienza invernale, riscaldato e controllato da un operatore, per senzatetto. Persone prive di una dimora che potranno, così, disporre di un letto caldo fino al 30 aprile del prossimo anno. Un intervento concreto, dunque, come risposta a numeri da brividi. Che evidenziano chiaramente il livello di povertà in cui Ascoli versa da un po’ di tempo (lo scorso gennaio un clochard morì per il freddo in una baracca nei pressi di San Pietro Martire). Nel 2018, infatti, alla vecchia mensa Zarepta di Santa Maria Intervineas, quotidianamente, si davano appuntamento, per un pasto cado, almeno 60 persone (qualche straniero, ma in maggioranza ascolani). Mentre 843 cittadini si erano rivolti all’Emporio della Caritas in cerca di beni di prima necessità (anche in questo caso quasi tutti ascolani). E 280 famiglie erano ancora in attesa di una casa popolare. Fragilità legate a filo doppio ad una situazione occupazionale da profondo sud: 15% di disoccupazione, contro una media regionale che si attesta intorno al 9% (nel 2018 il tasso marchigiano di senza lavoro era decisamente più basso, 7,7%).

Palazzo Arengo

IL 30 DICEMBRE SCADONO LE DOMANDE PER OTTENERE IL REDDITO COMUNALE DI CIVILTA’: POSSONO PARTECIPARE ITALIANI ED EXTRACOMUNITARI

Un altro intervento varato dall’amministrazione Fioravanti è poi quello del reddito di civiltà. Una sorta di reddito di cittadinanza varato dal governo, ma in versione ascolana. Ventotto le persone che potranno ottenerlo (erano 35 lo scorso anno) per un assegno mensile di 400 euro. Ma chi può usufruire di questo aiuto comunale? Questo è quanto prevede il bando emesso dall’assessorato ai Servizi sociali: “Possono essere ammessi al contributo – si legge nell’atto amministrativo – coloro che sono cittadini italiani, o comunitari, o extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, di età non superiore a 65 anni, residenti nel Comune di Ascoli da cinque anni. Coloro che non percepiscono assicurazione sociale per l’impiego (esempio Naspi) o altri ammortizzatori sociali di sostegno al reddito, né siano titolari di trattamenti pensionistici o assistenziali. E coloro che hanno un indicatore Isee pari o inferiore a 13.500 euro”. Le domande per l’accesso a questo programma d’aiuti, denominato progetto “Reddito di civiltà” dovranno essere presentate entro, e non oltre, il 30 dicembre 2019.

ad.ce.


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