Sul decennale stato di abbandono della Fortezza Pia il presidente della sezione ascolana di Italia Nostra Gaetano Rinaldi scrive, tra gli altri, a Comune e Soprintendenza. «Sono comprensibili gli ostacoli che occorre superare per procedere al recupero e restauro del monumento -spiega Rinaldi-. Infatti gli interventi necessari richiedono la utilizzazione di ingenti risorse che probabilmente, al momento, non sono nella disponibilità del Comune, proprietario del bene. Se ciò è vero, non si può d’altra parte accettare senza alcuna preoccupazione la condizione di insicurezza in cui il bene versa».
L’ingresso della Fortezza Pia
«Ci riferiamo in particolare alla mancata chiusura della porta cancello di ferro, condizione che rende possibile a chiunque l’ingresso nell’edificio insicuro e quindi estremamente pericoloso per l’incolumità dell’incauto esploratore -prosegue-. Ne potrebbero derivare danni particolarmente gravi di cui sarebbe chiamato a rispondere, per omessa vigilanza e non accorta custodia, proprio il proprietario del bene. Eppure per evitare che si possa concretizzare questo pericolo, non sarebbe necessario far ricorso ad esborsi eccessivi di denaro: basterebbe in pochissimo tempo chiudere la porta cancello in ferro con una robusta catena e un lucchetto, provvedendo contestualmente ad apporre un cartello con l’indicazione dell’assoluto divieto di accesso all’interno del complesso monumentale».
«Ma il pericolo -precisa Rinaldi- per il malaugurato visitatore del sito, attirato dal pregio del luogo e dalla desiderio di ammirare dal piazzale antistante un panorama incomparabile, è rappresentato dalla mancanza di ogni forma di protezione sul ciglio che delimita il piazzale stesso che si affaccia su un precipizio profondo anche più di 5 metri. La malaugurata dall’alto di questo ciglio incustodito e senza protezione alcuna potrebbe addirittura rilevarsi letale per chiunque dovesse essere coinvolto in questa tragica eventualità».
La Fortezza Pia
«D’altra parte, anche in questo caso, la messa in sicurezza del sito non richiederebbe l’esborso di somme rilevanti -va avanti il presidente di Italia Nostra-. Basterebbe, infatti, sistemare per tutta la lunghezza del precipizio almeno una solida rete adeguatamente ancorata al terreno per evitare che qualcuno possa cadere malauguratamente nel vuoto. In un secondo momento si potrà, poi, con più calma realizzare una muretto più elegante, che si adegui al pregio e al valore del sito e della fortezza».
«In seguito, a nostro parere, bisognerà elaborare un progetto di recupero complessivo del bene, individuando contestualmente il tipo di utilizzazione più conveniente e tale comunque che possa contribuire alla sua valorizzazione -conclude Rinaldi-. Riteniamo, comunque, che nella individuazione delle soluzioni più adeguate per il recupero del complesso si debba coinvolgere nel lavoro di analisi e di progettualità in primo luogo la Scuola di Architettura e Design che la città ha la fortuna di ospitare».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati