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Area Vasta 5:
modi, tempi e regole
della “continuità assistenziale”

SANITA' - Il ruolo dell’ex Guardia Medica, chiamata a garantire l’assistenza sanitaria quando mancano il medico di famiglia o il pediatra, spesso viene frainteso. Ecco come funziona il servizio, spiegato dai medici di “Una mela al giorno”, la trasmissione sulla salute in onda su "Radio Ascoli"
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di Maria Nerina Galiè

La continuità assistenziale, ex Guardia Medica, spesso vede medico e paziente sui lati opposti della barricata, soprattutto di fronte alla richiesta, o pretesa, di una visita a domicilio. Alla base del contendere però c’è soltanto la mancanza di una corretta informazione di come funziona il servizio. Per questo l’argomento è stato al centro di una delle puntate di “Una mela al giorno” che alcuni medici del Piceno conducono su Radio Ascoli. «Stando a contatto diretto con l’utenza, è emersa l’esigenza di comunicare in maniera diretta con i cittadini, al fine di distribuire le forze in maniera appropriata e dare un servizio ottimale», spiega llenia Silvestri, medico di continuità assistenziale, promotrice dell’iniziativa radiofonica insieme con i colleghi Daniele Carducci, Cristiana Saporosi, Diego Ferretti, Giorgio Re, Chiara Capponi e Franco Ragneni.

Valeriano Camela (Foto Andrea Vagnoni)

ORARI, SEDI E NUMERI – La continuità assistenziale, come dice il nome stesso, è volta a garantire l’assistenza medica quando non ci sono il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta. E’ attivo tutti i giorni dalle ore 20 alle 8 del mattino successivo, ed anche dalle 8 alle 20 il sabato e nei festivi e dalle 10 alle 20 nei prefestivi. «Il Piceno è coperto da dieci sedi di continuità assistenziale, alle quali ci si può rivolgere tramite 118 nel territorio compreso nel Distretto di Ascoli. Per il Distretto di San Benedetto invece ogni sede ha un numero dedicato», sottolinea Valeriano Camela, responsabile della struttura dipartimentale “Cure Adulti” dell’Area Vasta 5 e promotore della “Carta dei servizi” che ne regola le funzioni. Le sedi sono: Acquasanta Terme, presso la Rsa di Paggese, Ascoli Presso all’ospedale “Mazzoni” e nella Rsa Luciani in via delle Zeppelle, Comunanza nel Poliambulatorio via Giordano Bruni 1, Grottammare in via Crucioli 149 (0735.7937466), Montefiore dell’Aso in piazza Antognozzi 2 (0734.938109), Monteprandone a Centobuchi via 2 Giugno 36 (0735.705078), Offida nella Rsa in via Garibaldi 118, Ripatransone in piazza Madre Teresa di Calcutta (0735.99343), San Benedetto nell’ospedale “Madonna del Soccorso” (0735.82680).

COMPETENZE E COSTI – Il medico di guardia è chiamato ad erogare prestazioni non differibili. «Con questo termine – precisa la dottoressa Saporosi – s’intende tutto ciò che non può essere rimandato, ma nello stesso tempo non è un evento grave e non si è di fronte ad un pericolo di vita, assicurati in questo caso dal Pronto Soccorso o direttamente dal 118. Mi spiego. Un paziente che ha una brutta sciatalgia, non può aspettare il giorno dopo per un analgesico. Diversa la situazione per malattie croniche, già in cura dal medico di medicina generale, anche per evitare un sovrapporsi di terapie». «Il servizio – ricorda Daniele Carducci – è gratuito per i residenti nelle Marche. Per tutti gli altri ha un costo di 15 euro per Le visite in ambulatorio e 25 per le domiciliari».

I medici Cristiana Saporosi e Ilenia Silvestri

LA TELEFONATA E LA VISITA – A questo punto è arrivato il momento di sciogliere il nodo cruciale: domiciliari si, domiciliari no. «La carta dei servizi recita che la scelta è a totale discrezione del medico», premette la Silvestri. «Per stabilire qual è il miglior approccio al problema si parte dal consulto telefonico che, essendo è già un atto medico a tutti gli effetti, necessita della piena collaborazione del paziente o del familiare che effettua la telefonata». «Si richiede pertanto di mantenere la calma e di dare risposte adeguate e opportune alle domande che il medico pone», ribadiscono i dottori. Un buon colloquio, seguito a volte da una seconda telefonata per verificare il decorso, può risolvere il problema. In altri casi la visita è imprescindibile. «Se i pazienti possono muoversi – aggiungono i medici – è indispensabile che raggiungano la sede anche per evitare che resti sguarnita». Dando le giuste risposte al telefono, il medico ha subito chiaro il quadro clinico e può decidere per una visita domiciliare. In alcuni casi può anche trovarsi di fronte ad una situazione più grave ed invita l’utente a rivolgersi subito al Pronto Soccorso.

I medici in trasmissione: Ilenia Silvestri, Cristiana Saporosi, Diego Ferretti, Daniele Carducci, Chiara Capponi

COSA PUO’ O NON PUO’ FARE IL MEDICO DI GUARDIA – Il medico di continuità assistenziale può fare certificati per malattia, ma non retrodatati e della durata massimo di un giorno, se richiesti di notte nei giorni feriali, e di 72 ore se nei festivi e prefestivi. Unica eccezione per i residenti fuori regione, i quali possono essere coperti per l’itera durata della malattia. Non può prescrivere esami di laboratorio, strumentali e visite specialistiche, né fare ricette per farmaci che si assumono con continuità, a meno che non si tratta di farmaci salvavita. Non può prescrivere ricoveri programmati. Il medico di guardia non effettua prestazioni infermieristiche come iniezioni intramuscolo di farmaci prescritti da altri medici. Somministra però farmaci in acuto e in estemporanea ritenuti necessari a seguito di diagnosi della patologia in atto al momento della visita.

I RISCHI DEL MEDICO DI GUARDIA – Sarà perché lavorano di notte, sarà perché i pazienti non sono sempre tali, i medici di guardia sono più a rischio di aggressioni verbali e fisiche. «Tra le iniziative a tutela che abbiamo attivato nelle sedi di guardia – assicura il dottor Camela –  c’è la videosorveglianza collegata con istituti di vigilanza pronti ad intervenire. Ma anche l’affissione di cartelli in 4 lingue, arabo, cinese, spagnolo e inglese, che recita “Aggredire verbalmente o fisicamente gli operatori di questa struttura è reato. Qualsiasi atto di violenza non sarà tollerato e verrà prontamente segnalato all’autorità giudiziaria”».


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