di Renato Pierantozzi
Avevano approfittato dello stato di evidente disabilità psichica di una donna ascolana per fargli vendere la casa ad un prezzo molto “sotto mercato” e con un pagamento dilazionato addirittura in duecento rate da un importo di 200 euro cadauna come ricostruito dal procuratore capo Umberto Monti.
Ma alla fine sono stati scoperti, denunciati e finiti sotto processo per il reato di circonvenzione d’incapace. Si tratta di un ascolano di 39 anni, recidivo, e di uno straniero di 36 anni (difeso dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti) che doveva essere poi l’ “acquirente” dell’immobile poi effettivamente ceduto con atto dal notaio registrato nel luglio del 2018. Alla vittima, inoltre, erano state promesse, soltanto a parole, alcune garanzie come l’usufrutto della casa di quasi 90 mq con garage di 17 metri quadrati al pianoterra.
Anche le modalità di pagamento erano state molte sospette. A partire dal prezzo della casa stabilito in poco meno di 50.000 euro da pagarsi con un acconto in contanti di quasi 3.000, una ricarica “post pay” di altre 2.000 e la somma restante infine in duecento rate mensili da 200 euro. Tuttavia, del versamento in contanti non è stata trovata traccia ed anche quello sulla carta era stato fatto e poi “ripreso” dallo stesso conto a distanza di un’ora e mezzo soltanto per far vedere al notaio la ricevuta.
L’udienza davanti al gup Rita De Angelis in programma questa mattina 16 gennaio è stata aggiornata al prossimo 19 marzo perchè gli imputati hanno chiesto il patteggiamento.
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