di Bruno Ferretti
Con la telecamera filma le partite, poi le analizza con metodo scientifico valutando le prestazioni dei singoli calciatori, quanto corrono, dove corrono, le posizioni che occupano e tanti altri elementi. Ovvero il “match analyst”, colui che analizza la partita. E’ una nuova professione che si sta diffondendo sempre più nel calcio, a tutti i livelli, e anche in altri sport. Conoscere più a fondo i propri pregi e difetti, magari anche dell’avversario, è fondamentale per migliorare il rendimento e raggiungere certi risultati.
William Luzi
Anche nell’Ascoli Calcio c’è un “match analyst”, peraltro ascolano, che lavora nel settore giovanile, seguendo in particolare la squadra Under 17 allenata da Simone Seccardini. Si tratta di William Luzi, 34 anni, laureato in Economia e commercio all’Università Politecnica delle Marche dopo aver conseguito il diploma di perito informatico: due titoli scolastici che gli danno una maggiore qualificazione nel settore. Luzi possiede anche il patentino di allenatore Uefa C della Federcalcio che gli consente di allenare squadre di settore giovanile, dai dilettanti alla Serie A. Dopo essere stato per tre anni nella Polisportiva Borgo Solestà di Ascoli (i primi due da assistente, il terzo come allenatore dei Giovanissimi), William é riuscito ad unire queste due passioni: il calcio con i numeri, i calcoli, le statistiche. Da una parte pallone e campo di gioco, dall’altra video e computer.
«Quando l’Ascoli mi ha offerto questa opportunità, ho accettato subito perché esaminare le partite dal punto di vista analitico mi piace molto, inoltre sono sempre stato sostenitore dell’Ascoli – dice Luzi – mi trovo benissimo con Seccardini, allenatore dell’Under 17 e anche con Abascal, tecnico della Primavera al quale trasmetto i dati raccolti visto che spesso utilizza ragazzi dell’Under 17. Spero in futuro di continuare a svolgere questa attività e di essere utile all’Ascoli – aggiunge – mi aggiorno e svolgo ricerche utili per migliorare il mio lavoro. Ho l’abilitazione della Federcalcio per allenare squadre di settore giovanile, però adesso non penso alla panchina ma solo a lavorare con telecamera e computer».
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