Piceno Consind, dodici dipendenti
che costano 588.000 euro l’anno
Bilancio 2018 chiuso in negativo

ASCOLI - Continua il "viaggio" di Cronache Picene nelle Società partecipate comunali. Dal parere espresso dal revisore dei conti nel bilancio di previsione 2018, spuntano diverse raccomandazioni che aprono scenari imprevedibili per il futuro dell’ente. Bilancio 2018 in passivo di quasi un milione e mezzo di euro
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Il presidente del Comitato direttivo di Piceno Consind, Domenico Procaccini, insieme alla vice presidente della Regione, Anna Casini

di Adriano Cespi

Esaminiamo, oggi, nell’ambito del “viaggio” che Cronache Picene sta facendo all’interno delle Società partecipate comunali, il bilancio di Piceno Consind (Consorzio di sviluppo industriale delle valli del Tronto dell’Aso e del Tesino). Ente pubblico che promuove lo sviluppo delle iniziative produttive, industriali, artigianali, commerciali e dei servizi terziari nell’area dei Comuni consorziati. Naturale, quindi, soffermarci sull’ultimo documento economico-finanziario, in ordine di tempo, che ci è stato possibile visionare. E cioè il Previsionale 2018. Un bilancio che fotografa attentamente la situazione dell’intera struttura e che apre, nel contempo, molti interrogativi, anche sul suo futuro prossimo. Eloquente, da questo punto di vista, la relazione del revisore dei conti, Daniele Buonvecchi. Là dove evidenzia, attraverso suggerimenti e raccomandazioni, «la non florida situazione finanziaria dell’ente», al punto da sollecitare il rinvio di tutte le opere previste. Stante, anche, il risultato dell’esercizio finanziario 2018 chiuso, secondo quanto pubblicato dal sito internet del Comune di Ascoli, con un passivo di 1.462.610 euro.

L’ingresso al depuratore Consind

IL PARERE DEL REVISORE DEI CONTI AL BILANCIO DI PREVISIONE 2018

Ma vediamo subito cosa ne pensa del bilancio di previsione 2018 l’organo di controllo. Nella sua relazione, il revisore dei conti esprime, sì, parere favorevole all’approvazione del Bilancio «risultando il pareggio finanziario ed economico», ma invita l’amministrazione «a tener conto degli inviti e dei suggerimenti evidenziati nel parere stesso». Esaminiamole, allora, alcune di queste raccomandazioni. Buonvecchi invita, come prima cosa, il Comitato direttivo «ad un’incisiva contrazione delle spese, sia relative al funzionamento dell’Ente (personale, gestione ed altro), che agli oneri finanziari» e, nel contempo lo esorta «ad un puntuale recupero dei crediti scaduti verso i clienti ed i consorziati». Poi punta il dito su un aspetto molto importante e delicato per il futuro stesso del Consorzio: «Il revisore – scrive Buonvecchi – nel prendere atto che, nonostante le ripetute sollecitazioni riportate nelle relazioni ai bilanci preventivi e consuntivi degli ultimi esercizi da parte del precedente Organo collegiale di revisione, non si è ancora addivenuti ad una definizione della controversia con il gestore del servizio depurazione, invita l’ente ad una pronta definizione della stessa al fine di scongiurare la paralisi dell’attività dell’ente». E sottolinea: «Vista la difficile situazione finanziaria dell’ente sollecito vivamente di rinviare tutte le opere non ancora appaltate nell’attesa che la situazione finanziaria lo permetta». Infine, conclude con una puntualizzazione, che apre scenari imprevedibili: «Con riferimento all’equilibrio strutturale dell’ente – chiosa Buonvecchi -, il revisore fa presente che la gestione corrente evidenzia un saldo positivo. La stabilità dell’ente risulta, però, precaria a causa delle considerevoli passività consolidate, ormai da decenni. I risultati di gestione corrente positivi, sul piano economico-patrimoniale, se confermati nei successivi rendiconti, dovrebbero consentire all’ente un graduale percorso verso l’equilibrio finanziario». Va detto, comunque, che dalla relazione del Comitato direttivo al bilancio di previsione 2018 e al pluriennale 2018-2020 emerge l’intenzione di «procedere alla cessione di beni immobili-aree di proprietà dell’ente, per un importo di 9.081.109,59 euro da destinare alla copertura del disavanzo di amministrazione 2016 e precedenti».

Il vice presidente del Comitato direttivo di Piceno Consind, Sergio Fabiani

I MEMBRI DEL COMITATO DIRETTIVO: PRESIDENTE E’ DOMENICO PROCACCINI

Passiamo ora all’aspetto organizzativo dell’Ente che prevede una componente amministrativa, una politica e una di controllo. Andiamo per ordine. Il Comitato direttivo, che è l’organo di governo di Piceno Consind e viene eletto dal Consiglio generale, dura in carica cinque anni (maggio 2016 – maggio 2021), ed è composto dal presidente, Domenico Procaccini, dal vice presidente Sergio Fabiani, e poi dai componenti Lorenzo De Laurentis, Luigino Felicioni e Francesco Viscione. Il Consiglio generale, che è l’organo d’indirizzo, dura sempre cinque anni, ma è composto da 39 rappresentanti espressione degli enti consorziati tra cui il presidente della Provincia ed i sindaci dei 30 Comuni consorziati, nonché per la Provincia e per i Comuni più popolosi dai rappresentanti eletti dai rispettivi Consigli. Infine, c’è il revisore dei conti, l’organo di controllo, che viene eletto dal Consiglio generale (marzo 2017 – maggio 2021).

LA NOMINA DEL DIRETTORE PICCININI SCADRA’ IL 30 GIUGNO 2020

Il direttore del Consind, nominato dal comitato direttivo (assente solo De Laurentis) il 29 giugno 2017, con durata triennale (1 luglio 2017 – 30 giugno 2020) rinnovabile per uguale durata, è Gianfranco Piccinini, ingegnere e già direttore facente funzioni dal settembre 2012 “con delibere di incarico susseguitesi nel tempo”, come si legge nell’ultimo atto di nomina (2017). Piccinini è inquadrato, si legge sempre nell’atto di nomina, “con deliberazione del comitato direttivo numero 152 del 22 giugn 2017 nel ruolo di dirigente di cui al vigente CCNL (Contratto nazionale di lavoro) dirigenti dei Consorzi e degli Enti di sviluppo industriale 2016-2018, con rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato e un trattamento economico minimo comprensivo di tredicesima e quattordicesima stabilito ai sensi dell’articolo 20 del CCNL 2016-2018 di questo tipo: A valere dall’anno 2017 – spiega ancora il provvedimento del comitato direttivo –  66.000 euro per i dirigenti, 72.700 euro per i vice direttori e 86.000 euro per direttori generali con anzianità di servizio fino a sei anni; 73.600 euro per i dirigenti, 80.900 euro per i vice direttori e 96.300 euro per direttori generali con anzianità di servizio superiore ai sei anni compiuti. A valere dall’anno 2018: 66.700 euro per i dirigenti, 73.300 euro per i vice direttori e 87.000 euro per direttori generali con anzianità di servizio fino a sei anni; 74.500 euro per i dirigenti, 81.700 euro per i vice direttori 97.300 euro per direttori generali con anzianità di servizio superiore ai sei anni compiuti”.

Francesco Viscione, componente del comitato direttivo di Piceno Consind

LE SPESE SOSTENUTE DAL CONSORZIO PER L’INTERO COMITATO DIRETTIVO, PER IL REVISORE DEI CONTI E PER I MEMBRI DEL CONSIGLIO GENERALE

Per quanto riguarda il bilancio di previsione 2018 e pluriennale 2018-2020 sono state impegnate cifre per i componenti del Consiglio generale pari a 10.000 euro, in gettoni di presenza (sia per il 2018 che per il 2019 e per il 2020). Mentre per le indennità di carica del comitato direttivo è stata prevista una spesa complessiva di 64.000 euro, inclusi contributi previdenziali e missioni (sia per il bilancio 2018, sia per il 2019, che per il 2020). Al revisore dei conti unico vanno, infine, 4.600 euro annuali più iva, sempre come indennità di carica. Ma vediamo, secondo quanto riportato dal sito internet del Comune di Ascoli, qual è il trattamento economico complessivo dei cinque membri del comitato direttivo. L’indennità di carica del presidente Procaccini è di 1.700 euro al mese più 300 euro al mese di rimborso spese forfait, mentre quella del vice presidente Fabiani è di 680 euro al mese più 300 euro al mese di rimborso spese forfait. Ai tre componenti: De Laurentis, Felicioni e Viscione vanno, invece, 300 euro al mese di rimborso più 100 euro a seduta come gettone di presenza.

QUANTO COSTANO I DODICI DIPENDENTI: DAL DIRETTORE ALL’IMPIEGATO DI LIVELLO B1

Per il personale assunto con contratto a tempo indeterminato (12 dipendenti), sono stati apposti a bilancio 598.224 euro ridotti, però, come da bilancio 2017, a 558.968 euro (438.131 euro di retribuzione e 120.836 euro di oneri previdenziali) per via della messa in aspettativa non retribuita di un impiegato di livello B1: 30.769 euro di paga base e 8.486 euro di oneri previdenziali pari a 39.255 euro in meno. Cifra totale, quella di 558.968, destinata, però, a cambiare ulteriormente ed arrivare a 586.484 euro, grazie a 2.000 euro di premi Inail e ad un trattamento accessorio (premio di produttività) di 25.516 euro (20.000 euro di retribuzione più 5.516 di oneri previdenziali). Una somma (588.000 euro) inserita anche nei bilanci 2019 e 2020. Ma vediamo quanto costano al Consind i dodici dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato (di cui 1 in aspettativa), qualifica per qualifica e livello per livello. Alla voce dirigente con incarico di direttore (1) in bilancio è stata inserita una spesa annua lorda di 110.994 euro (87.000 euro di retribuzione lorda più 23.994 di oneri previdenziali). Per quanto riguarda, invece, il quadro (1) la situazione è molto particolare poiché il suo contratto prevede un part time (33%), per una paga base di 14.527 euro più 1.432 euro di contratto integrativo e altre 1.073 di indennità di carica che porta la retribuzione lorda annua a 17.032 euro più 4.697 euro di oneri previdenziali per una spesa totale di 21.730 euro. Passiamo ora ai funzionari con livelli C2 (1) e C1 (2). Ebbene, il primo costa al Consorzio 60.871 euro: 47.712 euro di retribuzione lorda (40.832 euro di paga base, 4.297 di contratto integrativo, 2.582 euro di indennità) più altri 13.159 euro di oneri previdenziali. Mentre il secondo 50.239 euro: 39.379 di retribuzione lorda (35.550 euro di paga base e 3.828 euro di contratto integrativo) più 10.860 euro di oneri previdenziali. Il terzo, invece, 58.254 euro: 45.661 euro di retribuzione lorda (35.550 euro di paga base, 3.828 euro di contratto integrativo, 743 euro di indennità, 2.538 euro di retribuzione d’anzianità, e 3.000 euro di arretrati) più oneri previdenziali per 12.593 euro. Poi ci sono gli istruttori (7): 5 con livello B3, 2 con livello B1. Esaminiamo il loro costo. Quattro con livello B3 figurano in bilancio con stipendi lordi uguali: 43.485 euro, pari a 34.084 euro di retribuzione lorda (30.802 euro di paga base e 3.281 euro di contratto integrativo) più 9.400 euro di oneri previdenziali; il quinto costa, invece, 43.681 euro (154 euro in più per via della retribuzione d’anzianità). Alla voce istruttori con livello B1 (2) (ma è in carica solo uno, perché il secondo è in aspettativa non retribuita), infine, corrisponde una spesa complessiva di 39.255 euro: 30.769 euro di retribuzione lorda (27.800 di paga base, 2.969 di contratto integrativo), più 8.486 euro di oneri previdenziali. A queste cifre, però, vanno aggiunti altri 2.000 euro annuali di premi Inail e altri 25.516 euro annuali di premi produttività (20.00 euro di retribuzione accessoria e 5.516 euro di oneri previdenziali) da suddividere per ogni dipendente, naturalmente in modo diverso per via della qualifica e del livello differente.

L’ex Cartiera nella zona industriale

LE ATTIVITA’ DI CUI SI OCCUPA PICENO CONSIND NELL’AMBITO DEI 30 COMUNI CONSORZIATI

Il Consorzio di sviluppo industriale delle valli del Tronto dell’Aso e del Tesino si occupa delle seguenti attività: progettazione di aree attrezzate per insediamenti imprenditoriali; realizzazione di opere di urbanizzazione, assegnazione e vendita di lotti in aree attrezzate; costruzione di laboratori e impianti, nonché recupero di immobili industriali inutilizzati; costruzione e gestione di acquedotti, fognature, e impianti di depurazione industriale; rilascio di pareri di conformità urbanistica delle costruzioni da insediare nel territorio consortile e loro destinazione d’uso. E tutto questo nell’area dei trenta Comuni consorziati che sono: Ascoli, Acquasanta, Acquaviva, Appignano, Arquata, Carassai, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli, Comunanza, Cossignano, Folignano, Force, Grottammare, Maltignano, Monsampolo, Montalto, Montedinove, Montegallo, Montemonaco, Monteprandone, Offida, Palmiano, Ripatransone, Roccafluvione, Rotella, San Benedetto, Spinetoli, Venarotta. Sei, infine, gli agglomerati industriali gestiti dall’ente: Ascoli-Maltignano, Monsampolo-Monteprandone, Offida-Castignano, Comunanza-Force-Rotella, Venarotta, Arquata del Tronto.


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