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Reddito di cittadinanza
per 596 sambenedettesi
«Misura sbagliata
perché non crea lavoro»

SAN BENEDETTO - Il portavoce del movimento civico "SiAmo San Benedetto", Nicolò Bagalini, interviene sulla questione: «Raccogliamo le perplessità degli operatori turistici. Per l'estate rischiano di trovarsi in seria difficoltà per l'assenza di personale»
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Nicolò Bagalini

«Noi di SiAmo San Benedetto riteniamo il reddito di cittadinanza una misura sbagliata sul piano culturale, una palese ammissione da parte dello Stato di non essere capace di creare lavoro». E’ intervento della lista civica “SiAmo San Benedetto”. Attraverso il neo eletto portavoce Nicolò Bagalini interviene sui dati relativi al discusso reddito di cittadinanza.

«L’Osservatorio statistico sul Reddito e sulla Pensione di cittadinanza – Inps,  analizzando i dati su base regionale e suddividendoli per Comune, rileva che nella città di San Benedetto sono stati 596 i beneficiari nel corso dell’anno 2019 appena terminato – afferma il movimento politico – dei 596 nessuno ha firmato un contratto di lavoro, né alcuno di loro ha mai fatto lavori socialmente utili, ragion per cui non è difficile immaginare che nessuna proposta di lavoro sia mai stata prospettata loro da aprile 2019 ad oggi.  Probabilmente il Reddito di cittadinanza è quella manovra su cui l’attuale Ministro Luigino Di Maio  puntava quando dichiarò che avrebbe “abolito la povertà”, ma la realtà dei fatti racconta una storia ben diversa. La lista civica “SiAmo San Benedetto” manifesta preoccupazione per le conseguenze negative che una politica del lavoro tanto dissennata potrebbe generare anche nella nostra città. Tralasciando l’altissima percentuale di truffe eclatanti che si stanno registrando a livello nazionale, stiamo raccogliendo le perplessità degli operatori turistici di tutte quelle attività stagionali che in una città come San Benedetto rischiano concretamente di trovarsi in seria difficoltà.  Del resto come non comprendere la scelta di chi preferisce starsene sul divano, magari percependo uno stipendio annuale perfino maggiore di chi svolge un lavoro vero da giugno a settembre?  Eppure i fautori della manovra del reddito di cittadinanza – la conclusione – che è costata ai contribuenti italiani 6 miliardi di euro, sostenevano che non si trattava di assistenza, che i beneficiari dei soldi non sarebbero stati stipendiati rimanendo con le braccia conserte, ma che avrebbero ricevuto offerte di lavoro alle quali non avrebbero potuto sottrarsi».

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