di Maria Nerina Galiè
«Per far rimanere le persone in un territorio, o per farle tornare, sono fondamentali i servizi. E l’assistenza sanitaria è la più importate». Così il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci, durante l’inaugurazione, oggi venerdì 24 gennaio a Borgo di Arquata, del centro socio-sanitario “Assieme” (assistenza socio-sanitaria integrata per evoluzione e miglioramento dell’erogazione dei servizi di cure primarie), che rientra nel progetto regionale “Salute in montagna”. L’idea, realizzata grazie al sostegno di numerosi enti, associazioni e privati, è volta a dare un risposta assistenziale sul posto, laddove possibile, evitando alla popolazione di dover percorrere numerosi chilometri per una elettocardiogramma o fare lunghe file al pronto per un problema di pressione, se non è necessario. Ma anche per accedere a servizi di base come pediatria o ginecologia. A precorrere i tempi andando in questa direzione ancor prima del terremoto, è stato Italo Paolini, medico di medicina generale di Arquata, che aveva allestito il suo ambulatorio con macchinari per diagnostica di prima necessità. Forte della sua competenza come docente in diverse scuole di formazione in medicina generale e della convinzione che vole «innalzare il livello diagnostico nelle visite» ha spiegato.
Il suo impegno è stato premiato, non solo per la risonanza che ha avuto l’evento di oggi, ma perchè il suo modello è diventato «fiore all’occhiello ed esempio per tutte le zone dell’entroterra – ha sottolineato il vicesindaco Michele Franchi – a dimostrazione del fatto che si può vivere bene in montagna perchè l’assistenza sanitaria funziona e c’è tutto quello che serve. Questo ci dà la forza di andare avanti». A dare manforte al medico, subito dopo il sisma, ci aveva pensato l’associazione “Cuamm per l’Africa” che aveva messo a disposizione un prefabbricato, arredato con attrezzature donate invece dal consiglio nazionale Notariato Italiano, dalla ditta Esaote, dalla cittadinanza di Petritoli e dalla Fondazione Rava. Finalmente ora la nuova struttura, che consentirà di sfruttare appieno tutti i servizi prima limitati per mancanza di spazio, e realizzata grazie alla Pfizer che ha donato 250.000 euro e all’Avis provinciale che ne ha messi 200.000 con il coordinamento di Banca Sella.
Il Poliambulatorio di Arquata ospita il medico di medicina generale, con il dottor Paolini ci sarà anche Vincenzo Leoni, il pediatra e le visite specialistiche con personale dell’Area Vasta 5. Un esempio è la prevenzione ostetrico-ginecologica con la presenza mensile di della ginecologa Antonella Vitturini e la diagnostica ecografica con macchinario a sonde ginecologiche. Sarà possibile inoltre avvalersi della telemedicina per la cardiologia, e qui c’è stato l’intervento del Bim Tronto, e la dermatologia attraverso un dermoscopio digitale il cui esito sarà valutato dall’Inrca di Ancona. La diagnostica, tra cui l’ecografia ambulatoriale e domiciliare (l’apparecchiatura è già disponibile ed operativa); la teleradiologia, l’holter pressorio e l’elettrodardiogramma, sarà effettuata in stretto collegamento con i percorsi specialistici e ospedalieri. Si erogheranno prestazioni ad accesso programmato e il follow up di alcune tipologie di pazienti come gli ipertesi. Al centro faranno capo anche i servizi socio-sanitari come il trasporto per anziani e disabili grazie al mezzo donato dalla Caritas di Pesaro e dato in comodato d’uso alla Croce Verde.
Al taglio del nastro del Poliambulatorio c’erano, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: «Un sogno nato all’indomani del sisma quando i bravissimi medici di base di Arquata prestavano servizio dentro una tenda, perché così siete ripartiti dopo il terremoto. Il sogno era quello di poter avere uno spazio che non fosse solo la riproposizione della sanità che c’era prima, ma un nuovo modello di assistenza per le aree interne». Al taglio del nastro hanno preso parte con il sindaco Petrucci, il vice Franchi e il dottor Paolini, anche la vice presidente della Regione Anna Casini, il presidente della Provincia di Ascoli Sergio Fabiani, il sottosegretario allo Sviluppo economico Alessia Morani , la direttrice del sito produttivo Pfizer di Ascoli Beatrice Colombo e il presidente nazionale Avis Giampietro Briola.
«Siamo di fronte ad un progetto del quale mi emoziona parlare – sono state le parole della Casini – le prime volte che lo abbiamo pensato anche insieme al dottor Paolini, che ringrazio, non avremmo mai immaginato che potesse essere realizzato così velocemente. Questa è una buona pratica delle aree interne che potrà essere esportata in altre zone perché riesce a dare risposte di qualità ai cittadini. È difficile vivere nelle aree interne e questo nuovo modello potrà attrarre persone, magari nuovi giovani, che possono trovare anche qui servizi e opportunità». «C’è bisogno di snellire le procedure – ha rimarcato Morani – e stiamo verificando se le nuove normative che il Governo ha approvato siano adeguate per la ricostruzione. I fondi per la ricostruzione non mancano, ma manca l’accelerazione per spendere questi fondi e per evitare lo spopolamento di queste zone».
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