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Vesperini, il sindaco-dottore e il nodo sanità:
«Nuova postazione del 118 sul Tesino
ed eliambulanza a Centobuchi»

COSSIGNANO - Il primo cittadino eletto lo scorso maggio è un ex otorino dell'ospedale di San Benedetto, oggi in pensione: «In questi anni è mancata una politica sanitaria pluriennale in grado di eliminare sprechi e disfunzioni»
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di Simone Corradetti 

Cossignano, conosciuta come “L’ombelico del Piceno”, è tra i paesi più piccoli della Provincia di Ascoli, ma allo stesso tempo ricca di storia, tradizioni e cultura. Nelle ultime elezioni comunali di maggio 2019, il dottor Giancarlo Vesperini, otorino in pensione dell’ospedale di San Benedetto, è stato eletto sindaco, e sta lavorando sodo per il proprio paese.

Il sindaco di Cossignano Giancarlo Vesperini

Vesperini, come si definisce?
«Al primo posto metto sempre la passione, l’emozione e il buon senso, che tanti sindaci devono dimostrare nella loro quotidianità, affrontando le problematiche del proprio territorio di appartenenza. Infatti, abbiamo bisogno di una sanità efficace e all’avangurdia. Quando devo scegliere da che parte stare, scelgo personalmente di essere al fianco dei più fragili, e come sindaco lavoro per i penultimi, affinchè non diventino gli ultimi».
Cosa pensa della sanità locale?
«In questi mesi, si sono susseguite voci allarmate sullo stato di salute dell’ospedale. La discussione verte sulla localizzazione da usare come propaganda elettorale, ma nessuno parla della qualità dei servizi, e dell’efficienza con cui la sanità pubblica li eroga. L’accettazione di proposte, di momenti di opinione dipende dalla qualità percepita dei servizi sanitari da ricevere e dall’efficienza della sanità pubblica nel territorio, soprattutto nei piccoli comuni collinari, dove caratteristiche geografiche e viabilità “sofferta” metteno in difficoltà l’assistenza ai cittadini. Infatti, la Potes più vicina si trova a Offida, e l’ambulanza per raggiungere Cossignano deve percorrere una strada con un evidente dissesto idrogeologico. Propongo una nuova postazione del 118, nei paesi a cavallo tra il Tesino e il Menocchia, e una convenzione di confine tra Marche e Abruzzo con un’eliambulanza che potrebbe posizionarsi nella frazione Centobuchi di Monteprandone. L’alta specializzazione, già presente nella struttura ospedaliera di Teramo (cardiochirurgia e neurochirurgia), possa rafforzarsi ulteriormente, con la clinicizzazione da parte della facolta di medicina di L’Aquila».
Secondo lei, cosa non ha funzionato in questi anni?
«E’ mancata una politica sanitaria pluriennale, e un conseguente piano strategico territoriale per garantire un ruolo alla struttura ospedaliera di autentico servizio pubblico, eliminando tanti sprechi, disfunzioni e puntando sulla qualità dell’assistenza sanitaria, sulla base di una reale epidemiologica e quindi sulla domanda di salute e non su una offerta di servizi sponsorizzati in passato da interessi personali».

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