Acqua, verso il razionamento notturno,
Alati: «I sacrifici di oggi
ci faranno stare meglio questa estate»

CRISI IDRICA - Le sorgenti perdono mediamente 500 litri secondo. Il presidente della Ciip: «Per fortuna possiamo utilizzare gli impianti di soccorso di Castel Trosino, San Benedetto e Fermo». Fontane pubbliche tutte chiuse. Codice rosso già dall'inizio di marzo
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Il presidente della Ciip, Alati (Foto Vagnoni)

Oltre all’emergenza Coronavirus c’è anche quella idrica che, seppur per fortuna è meno grave, rimane seria. Dopo le fontane pubbliche chiuse prepariamoci anche al razionamento notturno dell’erogazione dell’acqua. Al momento il provvedimento appare molto probabile se non inevitabile. «Stiamo valutando la situazione insieme ai dirigenti  – afferma il presidente della Ciip Spa (Cicli integrati impianti primari) Giacinto Alati – ma la crisi idrica è innegabile. Le sorgenti sono passate, mediamente, da 1.100, 1.200 litri secondo a  700 con un calo medio di 500 litri secondo». «Abbiamo per fortuna gli impianti di soccorso – continua Alati anche oggi regolarmente nel suo ufficio di Ascoli insieme alla gran parte dei dipendenti – di Castel Trosino, il quale ci consente di rifornire una parte di Ascoli e la vallata, di San Benedetto e di Fermo. Grazie a questi impianti riusciamo a far fronte al problema ma il nostro pensiero non riguarda solo l’oggi ma soprattutto l’estate. I sacrifici di oggi ci consentiranno di stare meglio questa estate».

Insomma la crisi idrica preoccupa. Pioggia e neve non si sono viste. E’ stato un inverno caldo come mai. Un inverno-primavera. E naturalmente non bisogna dimenticare che già il terremoto aveva messo a durissima prova l’erogazione idrica nel Piceno con la rottura delle condutture. «Con i tecnici stiamo studiando le soluzioni più opportune cercando di creare meno problemi possibili agli utenti», è l’impegno del presidente.

La Ciip già all’inizio di questo mese ha annunciato il livello di allarme, codice rosso, a causa della riduzione della portata delle sorgenti. Tra i primi provvedimenti sono stati previsti la chiusura delle fontane monumentali senza ricircolo, la chiusura progressiva di tutte le fontane pubbliche nelle zone agricole, la chiusura delle fontane pubbliche (fino al 100%) nei centri abitati a cominciare da Ascoli, la riduzione del flusso  attraverso i cosiddetti “dischetti” e l’attivazione di tutti gli impianti di soccorso «per la loro massima potenzialità» e l’utilizzo di tutti gli apporti delle sorgenti minori. Ma altri provvedimenti sono in arrivo. A cominciare dalla chiusura di una prima serie di serbatoi nelle ore notturne. L’andamento delle portate delle sorgenti non lascia molte speranze  e l’arrivo della primavera rischia di peggiorare ancora la situazione. L’emergenza Coronavirus, come se non bastasse, con la quasi totalità delle persone costrette a stare in casa, fa teoricamente aumentare il consumo di acqua. Più si sta in casa e magari più si usa la lavatrice o la lavastoviglie. «Ha da passà ‘a nuttata», diceva Edoardo Di Filippo in “Napoli milionaria”.

f.d.m.


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