Da Osimo a Civitanova per la carne halal,
533 euro di multa per un 36enne
Lo sfogo: «Questa è discriminazione»

"IO RESTO A CASA" - Achraf Abila, italiano di origine marocchina, è stato fermato dalla Polizia Municipale che non ha ritenuto valida la sua giustificazione, e così è stato sanzionato. Annuncia ricorso: «Per me era uno spostamento necessario, legato alla mia religione»
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Va a Civitanova (Macerata) per acquistare carne halal in una macelleria islamica, multato dalla Polizia Municipale. Ammonta a 533 euro la sanzione di Achraf Abila, 36enne italiano di origine marocchina, incappato ieri in un controllo della Polizia Municipale. L’uomo, residente a Potenza Picena (Macerata) ma domiciliato a Osimo (Ancona), è stato fermato per i controlli legati al decreto “Io resto a casa” e gli agenti non hanno considerato valida l’autocertificazione con la quale il 36enne dichiarava di andare in corso Garibaldi per l’acquisto di carne halal.

Gli scontrini d’acquisto della carne halal

E ora Abila è intenzionato a fare ricorso e sollevare un problema non considerato nelle maglie del decreto. «Sono fieramente italiano e musulmano di seconda generazione – dice – e ieri mattina sono uscito per acquistare carne halal, obbligatoria per noi musulmani giustificando nell’autocertificazione come motivo religioso e indicando lo spostamento dalla partenza all’arrivo che era il mio fornitore di fiducia “Mughal Food” di corso Garibaldi.

Non ce ne sono molti nella zona è lui è un riferimento per la costa marchigiana e maceratese, io altri non ne conosco. Al controllo della pattuglia però la mia motivazione è stata considerata insussistente, pur verificando l’esistenza del negozio. Ho provato a spiegare meglio la mia necessità avendo notato la mancanza di cultura a tal proposito, ma sono stato invitato a rimanere in auto e non sono stato ascoltato. In aiuto è arrivata anche una Volante della Polizia e un altro furgone della Municipale.

Ma nessuno mi ha ascoltato e sono stato discriminato per la mia fede senza capire che questo per me era uno spostamento necessario. La risposta che ho avuto è stata quella di mangiare legumi. Peccato che soffro di una malattia cronica di colon irritabile certificata e che non posso fare determinate scelte alimentari. Io sono in cassa integrazione e percepisco 723 euro. La sento come una ingiustizia e con il mio avvocato stiamo valutando il ricorso».

(l.b.)

 

 


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