di Bruno Ferretti
Angelo Calisti, ex bianconero fra i protagonisti della prima promozione in Serie A, ha trascorso 45 dei suoi 72 anni ad Ascoli e ben conosce l’ambiente bianconero che continua a seguire da sostenitore. Pesarese di San Leo, ha giocato 3 campionati in bianconero dal 1973 al 1976 per poi stabilirsi nel capoluogo piceno.
«La situazione di classifica dell’Ascoli non è compromessa ma neppure da sottovalutare. La squadra ha avuto un calo netto dovuto ad una serie di errori, anche gestionali – dice Calisti – la società doveva essere più presente quando si sono verificati certi episodi di indisciplina. Non si può accettare in Serie B giocatori che vengono alle mani in allenamento oppure che litigano in campo per battere un rigore o fanno sceneggiate al momento della sostituzione. Ad Ascoli in tanti anni questo non è mai accaduto e credo che sia una delle cause del declino in classifica».
«L’allenatore Zanetti era partito bene ma poi ha accusato l’inesperienza del debutto in Serie B. Non è riuscito a gestire uno spogliatoio piuttosto difficile con elementi non proprio disciplinati. Ma la responsabilità non è tutta sua perché doveva essere affiancato e sostenuto dal direttore sportivo e dalla dirigenza – prosegue l’ex bianconero – osservando dall’esterno mi sembra che questo non sia avvenuto ed è un fatto piuttosto grave. Il futuro? Ho grande fiducia in Abascal, tecnico giovane ma con le idee chiare come ha dimostrato a Livorno vincendo una partita niente affatto facile. Se gli daranno la necessaria assistenza, lo spagnolo farà sicuramente bene nel finale di campionato, ammesso che si possa riprendere quanto prima a giocare».
«La situazione, ripeto, non è da sottovalutare ma ritengo che l’Ascoli abbia tutti i mezzi per salvarsi. Se non ci fossero stati certi problemi comportamentali poteva restare nella zona playoff. La squadra è valida con buoni elementi che però non sono riusciti ad esprimere in pieno le loro potenzialità. Il tempo per rimediare, a mio avviso, c’è ancora. Ascoli vive di calcio, i tifosi meritano rispetto per quello che danno e i giocatori devono triplicare l’impegno per non deludere le attese».
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