Ascoli Calcio: 6 anni fa moriva
Vujadin Boskov,
il tecnico del ritorno in A

CALCIO - Fu chiamato da Rozzi per sostituire Mazzone. Aveva girato l'Europa vincendo la Liga con il Real Madrid. Con lui nel 1985 la terza conquista della massima serie, dopo quelle del 1974 e 1978
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di Bruno Ferretti

Il 27 aprile 2014 – sei anni fa – moriva a Novi Sad Vujadin Boskov. Da calciatore – era centrocampista – arrivò in Italia negli anni ’60, alla Sampdoria. E a Genova in blucerchiato sarebbe poi tornato da allenatore togliendosi grandi soddisfazioni con uno scudetto e una finale di Coppa dei Campioni, l’attuale Champions.

Vujadin Boskov

Dopo aver vinto la Liga con il Real Madrid nel 1980, nel 1984 tornò in Italia per guidare l’Ascoli. Fu chiamato dal presidente Costantino Rozzi per sostituire Carlo Mazzone, esonerato.

L’Ascoli non riuscì ad evitare la retrocessione in B, ma nella successiva stagione 1985-1986 risalì in Serie A, la terza promozione targata Rozzi dopo le precedenti due con Mazzone (1974) e Renna (1978).

Boskov in bianconero era affiancato da Aldo Sensibile. Nella stagione successiva andò alla Sampdoria che in sei anni portò ad una serie di successi memorabili. Era la squadra di Mancini e Vialli, ma anche di Pagliuca e Vierchowod, di Cerezo e Lombardo. Vinse uno scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa di Lega e una Coppa delle Coppe. Arrivò anche alla finale di Coppa Campioni nel 1992, sconfitto 1-0 dal Barcellona.

Allenò poi la Roma, il Napoli, il Servette in Svizzera, di nuovo la Sampdoria, il Perugia e fu CT dell’allora Jugoslavia, la Nazionale che aveva guidato addirittura 30 anni prima. Prima di sedersi sulla panchina dell’Ascoli, aveva allenato oltre che il grande Real anche lo Young Boys in Svizzera, il Vojvodina nella ex Jugoslavia, il Den Haag e il Fejenoord in Olanda, il Real Saragozza e lo Sporting Gijon in Spagna. Si ritirò nel 2001. Quando morì mancavano pochi giorni al suo 83° compleanno: il prossimo 16 maggio avrebbe compiuto 89 anni.

Boskov è rimasto famoso anche per una serie di massime, ironiche ma anche piene di verità, come: “Rigore è quando arbitro fischia”, “Gullit è come cervo che esce di foresta”, “Meglio perdere una partita 6-0 che sei per 1-0”. Vujadin: indimenticabile maestro di calcio, ma anche di ironia.


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