Tardivo rilascio autorizzazione,
il Comune dovrà pagare
80.000 euro
alla ditta “Le Querce”

CASTEL DI LAMA - Il Tar Marche ha dato ragione Gaudenzio Lunerti, che però medita appello al Consiglio di Stato. Il ricorrente aveva richiesto infatti 800.000 di risarcimento per la mancata realizzazione di un distributore nella zona Selvette. No comment dal sindaco Bochicchio. Una querelle iniziata nel lontano 2006
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di Claudio Felicetti

Con una sorprendente sentenza, pubblicata il 2 maggio scorso, il Tar Marche ha stabilito in circa 80.000 euro complessivi (comprensivi di oltre 5.000 di spese di causa, più 3.000 di interessi legali e rivalutazione), a fronte dei circa 800.000 richiesti dai ricorrenti, l’entità dei danni che il Comune di Castel di Lama dovrà risarcire alla ditta “Le Querce snc” di Gaudenzio Lunerti a seguito del tardivo rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione di un distributore carburanti nella zona Selvette, lungo la transcollinare. Il Tar ha disposto anche la trasmissione degli atti del giudizio alla Procura regionale della Corte dei Conti, per la valutazione degli eventuali profili di danno erariale.

Il sindaco Bochicchio (Foto Vagnoni)

Ma la battaglia legale non finirà qui perché Lunerti annuncia già appello al Consiglio di Stato. Non rilascia, per ora, dichiarazioni il sindaco Mauro Bochicchio, che pure avrebbe qualche motivo di soddisfazione, visto l’esito del giudizio. Prima dell’udienza al Tar del 18 dicembre scorso, il primo cittadino aveva revocato l’incarico al precedente legale affidando il patrocinio all’avvocato Anna Laura Luciani.

«Ritengo, sia dal punto di vista personale che da quello morale – commenta Lunerti -, pienamente soddisfacente questa sentenza che condanna per l’ennesima volta il Comune di Castel Di Lama al risarcimento danni e al pagamento delle spese legali. Giustizia è fatta. Ancora una volta – prosegue – il Tar ci ha riconosciuto in pieno tutti quei diritti, tra cui quello costituzionale alla libertà d’impresa, che per anni ci sono stati pretestuosamente negati dalla passata amministrazione comunale il cui sindaco era la signora Patrizia Rossini».

Gaudenzio Lunerti

«Sufficientemente, ma meno soddisfatto, mi ritengo dal punto di vista economico, in quanto il risarcimento richiesto ci è stato riconosciuto solo in parte, e per tale motivo stiamo valutando con i nostri legali la concreta possibilità di ricorrere in appello confidando di farci riconoscere l’ammontare complessivo dei danni subiti. Infine, e non per ultimo – conclude Lunerti – voglio porre l’accento su una questione per me di fondamentale importanza ossia sul fatto che il Tar ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti».

Nelle motivazioni, i giudici del Tribunale amministrativo spiegano che il periodo da considerare per il risarcimento non va dal 2010 al 2016, come invece richiesto dalla società, bensì dall’undici febbraio 2014 (data di pubblicazione della precedente sentenza Tar) al primo marzo 2016, data del rilascio del permesso da parte del Comune (“il Collegio reputa che, in presenza di un doppio annullamento dell’atto di diniego, il Comune avesse esaurito la propria discrezionalità.

Nonostante ciò, l’impugnato permesso di costruire è stato rilasciato solo il 1 marzo 2016”). Sui criteri adottati per l’ammontare del danno, spicca un taglio del 50% dovuto – si legge nella motivazione – al fatto di “non aver fornito la prova della immobilizzazione delle proprie risorse lavorativo-finanziarie nel periodo di riferimento, per cui il danno che il Comune deve corrispondere è quindi pari a 70.125 euro”.

L’area dove doveva sorgere il distributore

La disputa legale tra Comune e Lunerti era iniziata nel lontano 2006, quando la ditta aveva presentato per la prima volta la richiesta di permesso per realizzare un impianto.

Solo dopo l’intervento della Procura della Repubblica, alcune diffide e il ricorso al Difensore civico regionale, a seguito di nuova istanza l’ente nel 2010 aveva formalmente negato il rilascio del permesso all’avvio di un’attività di distribuzione carburanti con annessa area di servizio in via della Liberazione. Il diniego espresso dal Comune nel maggio 2010 era corroborato da un “atto di indirizzo sull’attuazione delle previsioni urbanistiche del Piano regolatore in merito agli spazi destinati a verde pubblico attrezzato” approvato (il 19 aprile dello stesso anno) dalla giunta guidata dall’allora sindaco Patrizia Rossini, in cui figurava, tra gli assessori, anche il suo successore Francesco Ruggieri.

L’avvocato Luciani

Insomma, un atto politico forte a supporto della decisione poi presa dal responsabile dell’Ufficio tecnico. Il braccio di ferro tra Lunerti e l’Amministrazione comunale continuava con una serie di ricorsi al Tar, il quale con due ordinanze sospensive e altre tre sentenze di merito condannava l’ente al rilascio della licenza, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni subiti dalla controparte.

Il 25 settembre 2014, appena insediato, il sindaco Ruggieri, che aveva ereditato la patata bollente dalla Rossini, tramite il proprio legale presentava appello al Consiglio di Stato, che nel 2016 sostanzialmente confermava l’infondatezza delle ragioni poste alla base del mancato rilascio del permesso e respingeva l’appello, condannando l’ente al pagamento di 3.000 euro di spese processuali. Finalmente, il primo marzo 2016, il Comune rilascia alla società “Le Querce” il permesso a costruire l’impianto. A quel punto, Lunerti chiede al Tar un risarcimento danni di 760 mila euro più interessi e rivalutazione. Infine, il pronunciamento di qualche giorno fa.

C’era molta attesa per il giudizio del Tar, in considerazione della risonanza che la vicenda aveva avuto nel corso degli anni nell’opinione pubblica e nel dibattito politico-amministrativo, soprattutto in previsione di un eventuale maxi risarcimento che avrebbe potuto portare l’ente al dissesto finanziario con conseguente commissariamento.


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