Il teatro nelle Marche non si arrende al Coronavirus e riparte mettendosi anch’esso in remoto. Gli spettacoli potranno esseri visti da casa, pagando regolarmente il biglietto, attraverso la piattaforma Zoom, strumento per tanti di quotidiano lavoro al tempo della pandemia. Il palcoscenico diventa immateriale. Ma c’è. Si chiama “Now/Everywhere. Teatro, musica e danza possibili (adesso)” questo progetto innovativo ideato dall’Amat con Regione Marche e Mibact in collaborazione con Larica/Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.
E’ stato presentato oggi, in una affollatissima conferenza stampa, naturalmente attraverso Zoom, dal presidente dell’Amat Gino Troli e dal direttore Gilberto Santini. Ha partecipato anche la dirigente del settore cultura della Regione Simona Teoldi, la quale ha anche annunciato un fondo di emergenza per il mondo della cultura. In attesa che dal Ministero venga varato il protocollo con le modalità per gli spettacoli dal vivo, la “macchina” dello spettacolo delle Marche si rimette in moto.
«Questo progetto – commenta Gilberto Santini dell’Amat- è la risposta a questo tempo inedito e drammatico. Parafrasando Pasolini e la sua disperata vitalità, sentimento che ha mosso il progetto, vuole essere un atto d’amore, il nostro, per il teatro, per il nostro compito in esso». Il direttore dell’Amat ha anche ufficializzato l’impossibilità di realizzare quest’anno la quinta edizione di “App – Ascoli Piceno Present”, festival delle arti sceniche contemporanee. «Un progetto leader, al quale purtroppo dobbiamo rinunciare», spiega con disappunto.
«Cogliamo la circostanza – dice ancora il direttore dell’Amat – per esplorare il teatro in forme e pensieri nuovi che ci consentono subito di tornare ad operare lanciando nuove sfide allo spettatore e che potranno poi affiancare l’esperienza di fruizione abituale. Se l’emergenza sanitaria in atto sta bloccando qualsiasi occasione di proposta nelle forme consuete, venendo meno la possibilità di condivisione in un luogo fisico comunitario quale è il teatro, non ha però negato il fatto che una esperienza teatrale possa accadere ora, adesso. Se il luogo del teatro è interdetto non lo sono infatti i tanti luoghi immateriali, web e telefono, che a distanza permettono ancora un rapporto tra artisti e pubblico, nella contemporaneità temporale del presente. Un rapporto che guadagna in intimità ciò che perde in termini di socialità. Come in un rapporto amoroso in cui gli amanti sono alla ricerca di inediti spazi e strumenti di condivisione in attesa di un nuovo appassionato incontro».
«Da queste riflessioni – continua Santini – nasce Now/Everywhere, ora e in ogni luogo, attraverso ogni mezzo che permetta proposte di un teatro possibile, un teatro cioè sempre possibile, non uno scolorito surrogato dell’esperienza teatrale ma capace di offrire nuove prospettive. Il progetto vuole inoltre rimettere al culoro posto gli elementi caratteristici della fruizione teatrale: allo spettatore è chiesto di pagare un biglietto, agli artisti è riconosciuto il giusto compenso per il loro lavoro, agli organizzatori, Amat in questo caso, la responsabilità del progetto artistico e organizzativo che ne consente l’incontro».
Ci sono due linee di intervento: una di programmazione, con il varo di una rassegna “open” (destinata cioè ad arricchirsi via via di nuovi contenuti) e una di riflessione sul teatro tramite l’avvio di un laboratorio di idee.
La rassegna multidisciplinare di teatro, musica e danza prende il via il 15, 16 e 17 maggio, su Zoom, con “Dora pro nobis”, spettacolo/reading tratto dal libro “Malamore” di Concita De Gregorio, la quale a Dora Maar ha dedicato una ricerca narrativa ed esistenziale, che vedrà duettare a distanza la voce intensa di Federica Fracassi, tra le più sensibili attrici della nostra scena, con il suono del violoncello di Lamberto Curtoni, a richiamare in contrappunto l’una Dora Maar e l’altro Pablo Picasso. La Maar fu la donna che maggiormente ispirò l’artista. Dalla travagliata relazione, Dora ne uscì devastata, pagando un prezzo altissimo con la reclusione in una clinica psichiatrica.
Dal 19 al 24 maggio l’invito su Zoom è ad assistere ad “Hamlet private“, una video-performance live unica nel suo genere, che offre a un solo spettatore per volta un’esperienza privata ed esclusiva, intima e profonda, che parla all’Amleto che risiede in ognuno di noi. Un Amleto confidenziale, vicino, che accoglie un singolo spettatore nell’intimità di un rapporto uno a uno. Attore e spettatore seguono il destino di 22 carte ispirate alla storia di Amleto che vengono man mano svelate, posizionate, scelte, escluse, e ri-svelate. La storia del giovane principe si intreccia così con quella personale di chi assiste.
Spazio alla musica con “Filippo canta Ivan Graziani” (il 29 maggio su Zoom), un viaggio intimo nelle canzoni e nel mondo di Ivan Graziani, cantautore rock per definizione, che ha scritto alcune delle pagine più belle della musica italiana, visto dagli occhi del figlio Filippo, nato e cresciuto in un ambiente pieno di musica, suoni, canzoni e di artisti, che a distanza di anni dalla morte del padre inizia con impegno a mettere le mani sulla chitarra e percepisce subito la sua grande affinità con lo strumento. Incentrato sui grandi successi del genitore, brani come “Pigro”, “Lugano addio”, “Monna Lisa”, “Firenze” e “Maledette malelingue” risuonano in tutta la loro potenza in questo inedito concerto.
“Call my name” di Fabrizio Favale / Le Supplici in collaborazione con Amat è uno spettacolo privato, dal 2 al 7 giugno, in cui uno spettatore videochiama attraverso WhatsApp un danzatore della compagnia, pronto a danzare solo per lui. Lo spettatore acquista il biglietto, fornendo il proprio numero di telefono, giorno e orario in cui vuole incontrare la sua danza. Gli verrà fornito nome e recapito del danzatore che lo accoglierà. Concluso il suo pezzo, il danzatore convocherà un suo collega sullo schermo, lasciandogli il posto, in una sorta di staffetta di apparizioni. Questo formato spettacolare pionieristico mescola materiale e immateriale, sostanza tecnologica e sostanza dell’immaginazione, in un incontro con la danza intimo e misterioso allo stesso tempo. Per una manciata di minuti un danzatore in carne e ossa si tramuta solo per noi in un circuito elettrico fatto di bit, impalpabile eppure struggente.
Conclude la rassegna, dal 9 al 14 giugno, “Theatre on a line” di Cuocolo/Bosetti, pluripremiata compagnia italo-australiana, che da 20 anni ha dato vita a una poetica teatrale che interseca realtà e finzione e si rivolge a gruppi di pubblico ristretti a cui viene chiesto di condividere dal vero e in un rapporto estremamente personale l’accadimento teatrale. Prodotto da Iraa Theatre e Teatro di Dioniso in Theatre on a line l’attrice Roberta Bosetti dà vita allo spettacolo per telefono con un singolo spettatore (in lingua italiana o inglese). Nessun riadattamento pensato per far fronte all’emergenza, nessun contenuto pensato ad hoc per questo scenario cosi incerto e complesso: semplicemente uno spettacolo dal vivo nato già in questa forma sull’intimità, intimità con degli sconosciuti. Ogni telefonata sarà necessariamente diversa dalle altre perché interattiva, ma tutte saranno sostenute da un testo multiplo che si interroga sulla natura dell’esperienza teatrale e sul rapporto possibile che l’attore può creare col proprio spettatore.
Biglietto di ingresso a ogni spettacolo della rassegna 8 euro (prevendita e commissioni incluse), vendita on line su www.amatmarche.net (circuito vivaticket) da sabato 9 maggio per “Dora pro nobis” e da lunedì 11 maggio per tutti gli altri spettacoli. Tutti gli spettacoli sono a posti molto limitati, si consiglia di procedere prontamente all’acquisto.
La condivisione del pensiero è invece affidata al laboratorio di idee “Now/Everywhere” OFFicine che si propone come un collettore multicanale di spunti di riflessione attorno al teatro che verrà. Un’officina che lavora sull’immediatezza e sulla sedimentazione. L’immediatezza è data dalla condivisione quotidiana di contenuti sul canale Telegram NEOfficine Teatro “curati” da mini commenti e money quote: liveness, nowness, nuovi formati, dibattiti sul pubblico, normative e tutto quello che costruisce un contesto di riflessione multi prospettico sullo scenario in divenire. La sedimentazione è curata attraverso un blog/pagina Amat che produce un contenuto scritto di approfondimento di quanto condiviso su Telegram e da una intervista video settimanale (in streaming e registrata) con artisti, curatori o programmatori scelti per la loro prospettiva sul divenire now/everywhere, capace di mettere a fuoco le questioni centrali che dovremo affrontare per il teatro di domani. Il progetto in collaborazione con Amat è curato da Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri per Larica, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, cui si affiancheranno senior editor.
f.d.m.
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