Il sindaco di Cossignano Giancarlo Vesperini
di Simone Corradetti
Nelle elezioni di undici mesi fa, i cittadini avevano scelto come proprio ufficiale di governo, l’ex assessore comunale di San Benedetto nella Giunta Gaspari e otorino in pensione, che si è sempre battuto per il miglioramento della sanità regionale.
Adesso si attende la nomina del commissario prefettizio, e poi le elezioni nell’arco di sei mesi.
Vesperini non ci sta, e ci tiene a dire la sua, vista anche la grave emergenza sanitaria da Coronavirus che ha investito il territorio nazionale, e la delicatissima Fase 2 dove il sindaco ha il dovere di vigilare per tutelare la salute pubblica.
Una veduta di Cossignano
Vesperini, cosa è accaduto?
«Non ho mai tradito Cossignano.
Lo hanno fatto proprio i consiglieri che si sono dimessi, coloro che mi hanno chiamato con insistenza, alle elezioni di maggio 2019 .
Io ho accettato con verifica della situazione per la mia candidatura, ma ho subito puntualizzato “non voglio essere un sindaco di paglia” e non voglio fare tappezzeria.
E nel trascorrere dei mesi, i consiglieri non hanno mai accettato la mia posizione quando ho sempre detto “ vorrei essere il sindaco di tutti”».
Può entrare più nel dettaglio delle sue affermazioni?
«Ha dato fastidio che io ascoltassi anche le esigenze di chi non era mai stato ascoltato nei 15 anni dalla precedente amministrazione.
Cossignano è un Comune in cui la maggior parte degli incarichi istituzionali, determinanti nella gestione amministrativa, sono concentrate da sempre in una stessa persona.
Non ho mai ostacolato l’iter burocratico progettuale e, nonostante la mia responsabilità da sindaco, ho dato grande fiducia e autonomia».
Il Municipio di Cossignano
Come ad esempio?
«Riferisco alcuni esempi di conflittualità tra i consiglieri che demandavano sempre al responsabile di area tutte le decisioni in merito.
Ho cercato di approfondire i provvedimenti a questi delegati, ma quando ho tentato di rispettare ed ampliare il cronoprogramma con opportunità di crescita verso progetti, anche culturali e sociali, è stato difficilissimo perché non hanno voluto allargare i propri “ limiti”.
Ha qualcosa da rimproverarsi?
«Forse la mia vera responsabilità, è stata di aver incentivato il protagonismo dei giovani. E quindi l’errore di aver dato spazio a progettualità giovanili contro lo spopolamento a favore della coesione sociale.
In un Comune che ha subito il sisma del 2016, con vari finanziamenti di sostegno già ricevuti e non ancora realizzati, non si è voluto poter sviluppare potenzialità soprattutto tra le giovani generazioni.
Così è stato anche con il progetto di inclusione sociale per diversamente abili. Altro errore mio è stato forse aver chiesto un bilancio partecipato».
Il centro storico di Cossignano
Il discorso del sindaco scivola sui rapporti con la Diocesi
«Dopo anni di conflittualità con la Diocesi ed in particolare col parroco, è stato impostato finalmente col mio contributo, l’accordo con la parrocchia per riattivare l’oratorio.
E lo storico come il campetto da calcio, da anni abbandonato e motivo di discussioni, è stato destinato ad attività ludico sportive per i giovani».
Neanche questo è piaciuto ai consiglieri?
«No, anzi. è stato motivo di “immaginarie discussioni” di parte.
Comunque la lista sarebbe lunga e ci sarà modo di integrarla. Sono stati realizzati convegni e mostre, non solo sagre, ma questo non è piaciuto ai consiglieri, abituati alla politica che distoglie».
Cosa può aggiungere per i suoi concittadini?
« Mi sono impegnato a dare un contributo e penso di averlo dato. Questo è un momento particolare per l’amministrazione, di crisi sanitaria e sociale, in cui si lascia il Comune senza il Dup e il bilancio approvato.
Il mio augurio per Cossignano, che possa continuare con serietà ed onestà e che abbia un sindaco che si metta a disposizione a beneficio della comunità senza interessi e con la capacità di saper “ vedere”.
La comunità mi conosce molto bene fin da bambino. E deve andare oltre il proprio “ombelico”. Spero che i cossignanesi sappiano valutare che, nonostante una pandemia, hanno voluto fare sciacallaggio politico».
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