di Federico Ameli
Tre domande, poste ad alcuni tra i più importanti autori del panorama nazionale, con un solo minuto a disposizione per poter rispondere e sviscerare l’argomento, tempo permettendo. È questa la ricetta del successo di #TreFlash, il festival letterario nazionale diretto dal giornalista e scrittore Roberto Ippolito e organizzato, grazie anche al coordinamento di Gioia Palanca, in collaborazione con la libreria sambenedettese “Libri ed Eventi” di Mimmo Minuto e l’associazione “I Luoghi della Scrittura”.
Roberto Ippolito
A partire dal 19 maggio fino allo scorso giovedì 11 giugno, autori del calibro di Gianrico Carofiglio, Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva, Fabio Genovesi, Lorenzo Marone, Giorgio Nisini, Romana Petri, Sandra Petrignani, Simona Sparaco, Nadia Terranova e Andrea Vianello si sono alternati sul palco virtuale di #TreFlash, in una serie di appuntamenti che hanno riscosso un grande successo su Facebook, Instagram e Twitter.
Con tutta probabilità, è stato proprio il format innovativo del festival a catturare l’attenzione degli spettatori, che nel corso dell’intera rassegna hanno avuto modo di apprezzare la volontà di estrarre l’essenziale dai libri grazie a delle domande puntuali e mirate. «Siamo felici del fatto che in tantissimi ci abbiano seguito e abbiano apprezzato l’idea di tirar fuori il succo dai libri concepita da Roberto Ippolito, che ringrazio per il generoso slancio culturale» commenta Mimmo Minuto, che dal 1974 rappresenta un punto di riferimento della scena editoriale italiana dalla sua San Benedetto.
«Godendo della partecipazione di scrittori ricchi di ingegno letterario, ma anche di punti di vista – dichiara Roberto Ippolito – con #TreFlash abbiamo avuto l’opportunità di avere una prima conoscenza dei loro libri, da gustare subito dopo. I nostri videoeventi hanno rappresentato un modo per scoprire cosa c’è davvero nelle pagine ed essere stimolati ad andare a guardare, cioè a leggere». Secondo Gioia Palanca, il segreto del successo di #TheFlash è da ricercare invece nell’atmosfera colloquiale e in un certo senso familiare venutasi a creare durante gli incontri. «Le finestre di dialogo tra una casa e l’altra – fa notare la coordinatrice – ci hanno permesso di entrare fra le pareti in cui vivono gli scrittori».
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