di Benedetto Marinangeli
Ore 20,45 con diretta su RaiSport. La Samb torna in campo all’Euganeo di Padova per la prima gara playoff. I rossoblù di Paolo Montero e del neo presidente Domenico Serafino hanno a disposizione un unico risultato, la vittoria per potere accedere al turno successivo. E lo stadio veneto non è un campo in cui la formazione rivierasca abbia collezionato così tanti successi.
L’ultimo ed unico, infatti, risale alla stagione 2004-2005 quando la Samb di Davide Ballardini si impose 2-0 con doppietta di Marco Martini conquistando così l’accesso ai ply off contro il Napoli. Per il resto negli altri dieci precedenti si contano sette vittorie del Padova e tre pareggi.
L’ultima gara disputata in terra veneta, si è disputata mercoledì 23 ottobre 2019. La Samb di Montero è reduce dallo stop in casa contro la Virtus Verona (1-2) e deve fare a meno di Frediani e Rocchi infortunati, Di Massimo e Di Pasquale squalificati. Nonostante tutto i rossoblù riescono a reggere ottanta minuti fino a quando l’arbitro Meraviglia di Pistoia assegna un generoso calcio di rigore ai padroni di casa, realizzato da Ronaldo. Trascorrono tre minuti e il Padova raddoppia con Santini. Ma domani sarà tutt’altra storia.
Eloquenti le parole di Paolo Montero.«Abbiamo tanta qualità – dice il tecnico uruguagio – e mi auguro che i nostri attaccanti siano illuminati e possano risolvere il match. Sarà una gara molto chiusa e sarà importante anche finalizzare a dovere le palle inattive dove, però, il Padova è molto pericoloso. Abbiamo preparato bene la partita e con ogni probabilità confermerò il 4-3-3 perché i calciatori sono abituati a questo modulo ed anche perché si sono formate delle coppie importanti che è difficile cambiare. In porta ci sarà Santurro».
Montero, come giudica il fatto che la Samb debba solo vincere per passare il turno?
«Sappiamo che abbiamo solo un risultato da fare. Certo è sempre meglio averne a disposizione di più, ma debbo dire che, anche se nelle ultime gare giocate prima della pandemia non avevamo vinto, i nostri avversari non avevano mai passato il centrocampo. E quindi mi auguro di ripetere una gara di questo tipo».
Il lungo stop causa pandemia condizionerà entrambe le squadre.
«Per 60-70 giorni i calciatori sono rimasti seduti e quindi frenati a livello mentale. Noi sono solo quindi giorni che ci alleniamo, mentre il Padova lo fa da almeno sei, sette settimane. Si tratta di una partita secca ed in questo caso è importante avere gli stimoli giusti. Vincerà chi avrà più testa».
Come avete preparato in questi giorni la gara dell’ Euganeo?
«Con molta cautela nel pressing. Siamo una squadra che può tenere palla ma allo stesso tempo fare gioco diretto con le nostre punte veloci e con Cernigoi e Grandolfo che danno la giusta è profondità a tutta la squadra. Il Padova è una formazione molto forte, composta da calciatori di categoria e che puntava ad altri traguardi. Possiede forza, fisicità con i biancorossi che sono abili sulle seconde palle e sui calci piazzati. Nell’ ultima gara di campionato abbiamo perso solo negli ultimi minuti di gioco e ci mancavano anche cinque, sei giocatori. Domani sarà tutt’ altra storia».
Cosa le ha detto il neo presidente Domenico Serafino?
«Con lui parlo in spagnolo ma debbo dire che mi ha fatto un’ ottima impressione perché ha messo in pratica ciò che ha sempre affermato. A noi ha detto di giocarci la partita. Per tutti è una grande chance. Ci sono infatti chi deve o vuole rinnovare il contratto tra cui io e chi è in prestito. Serafino ci ha dato una grossa chance per restare o andare via».
Montero, si parla tanto di un interessamento del Brescia nei suoi confronti.
«Con Diego Lopez (attuale tecnico delle rondinelle, ndr) ho giocato sia in Uruguay che in Naizonale per dieci anni. Se il Brescia mi avesse chiamato lo avrei subito avvertito. Ma non ho ricevuto alcuna notizia in merito. Per me è come se andassi all’Ascoli. Ho giocato nell’ Atalanta e con Brescia c’è una forte rivalità. A Serafino ho detto che nessuno mi ha contattato. Ma questo è il futuro. Ora pensiamo al presente alla gara di Padova».
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