Ascoli, la salvezza vissuta nei bar:
la serata dei tifosi bianconeri

ASCOLI - L’ansia prima del fischio d’inizio, la pesante sconfitta e la gioia finale grazie ai risultati dagli altri campi. Ecco com’è andata la serata della salvezza vissuta dai tifosi bianconeri per i bar della città
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Il brindisi della salvezza al Caffè Paradiso

di Andrea Pietrzela

Tutto è bene quel che finisce bene. L’Ascoli si è giocata una stagione con l’ammazza-campionato Benevento, ha perso per distacco ma alla fine la rincorsa di Dionigi è stata premiata con la salvezza diretta arrivata grazie ai flop di Perugia e Pescara. Ma la serata dei tifosi bianconeri, incollati davanti alle tv dei bar della città per a sostenere a distanza la truppa di Dionigi, non è stata affatto tranquilla.

Mauro Castelletti dietro al bancone poco prima del match

PRE-MATCH – «Siamo tutti super agitati, sia chi è seduto dentro sia chi sta fuori! Sembra che nessuno riesca a stare fermo stasera» ci dice subito Mauro Castelletti del Bar Marconi, punto di ritrovo storico per i calciofili di Porta Maggiore. I tifosi sono piazzati davanti alle tre tv sia fuori che dentro il locale, qualcuno anche fuori per guardare dentro. Tutte le sedie sono occupate ancora prima del fischio d’inizio. «Perugia e Pescara ci hanno fatto soffrire, sarebbe brutto affrontarle ai playout  ci dice Mauro  Stasera per noi, con la prima in classifica anche se già promossa, temo che non sarà facile: se avranno l’occasione giusta ci segneranno, guardate com’è andata tra Sassuolo e Genoa…». Parole sante, col senno di poi.

SI PARTE – Assetto da battaglia anche al Caffè Paradiso, dove prima della partita i titolari Roberto e Paolo Mindoli e Valerio Massimo Ciaralli (nella foto dietro al bancone, da sinistra a destra) con un gioco di tavoli creano una postazione stile gradinata in direzione tv per i clienti-tifosi. C’è chi batte le mani per stemperare la tensione e chi incita gli altri come se fossero loro a dover scendere in campo. Poi le squadre si dispongono sul prato verde e Pezzuto fischia: alla tv, è iniziata Ascoli-Benevento.

All’interno del Caffè Paradiso

PRIMO TEMPO – Qualcuno è ottimista: «Brlek e Sernicola sembrano rinati!». Qualcun altro meno: «Scamacca però non è concreto, sembra una ballerina…» dopo una sponda di spalla non riuscita. La conferma arriva al 10’ quando il numero 9 bianconero non riesce a ribadire in rete a porta sguarnita il tentativo di Ninkovic, ma in questo caso le parole pronunciate è meglio non scriverle. Al minuto 26 cala il gelo: destro di Sua e 0-1 Benevento. Neanche il tempo di metabolizzare ed ecco il colpo di testa di Barba che vale lo 0-2: «Leali, sul palo tuo però no!» urla qualcuno dalle retrovie con tono di resa. Parte la caccia alle Streghe: «Inzaghi, fai il bravo ora che sei già in Serie A…». E non solo a quelle giallorosse: «Dionigi, se punti al pareggio contro le corazzate poi va a finire che perdi! – sentenzia l’esperto di turno di psicologia e tattica – Sembrano anche più motivati di noi, è assurdo…». Tra lo sconforto generale, arriva all’improvviso un barlume di speranza: sullo smartphone una notifica dice ”Venezia-Perugia 1-0, 42’ Aramu”. «Dai Cobra salvaci tu!» grida accorato qualcuno sperando che Soncin, oggi nello staff di Dionisi, allenatore dei veneti, riesca in qualche modo a percepire la richiesta d’aiuto. L’enfasi dura poco, perché al Del Duca nel frattempo è notte fonda e Insigne firma il tris del Benevento. «Però Sau che palla gli ha dato?» si sbilancia qualcuno ma a bassa voce, probabilmente per non prendersi le occhiatacce di tutti i presenti.

La tensione fuori dal Bar Marconi

SECONDO TEMPO – Pronti via e Dionigi cambia modulo e tre uomini. Le sostituzioni rinvigoriscono non solo la squadra in campo, ma anche il morale all’interno del Caffè Paradiso. Passano tre minuti e l’Ascoli accorcia le distanze col neo-entrato Morosini: «Vuoi vedere che questa la pareggiamo?». Il classico ascolano, dalle stalle alle stelle e viceversa. Due minuti più tardi arriva un’altra esultanza, il boato più forte della serata: «Ragazzi, 2-0 Venezia! Ancora Aramu!», «Facemmeghie na statua a quisse!». E come dire di no?. L’attenzione di tutti ormai è su ciò che succede al Penzo, in pochi seguono attentamente la tv dove l’Ascoli prova a risalire la china senza successo. Il 3-0 del Venezia (gol di Capello, assist del man-of-the-match Aramu) viene accolto come un segno divino. Alla squadra di Oddo adesso servirebbe una vera e propria impresa, il Cobra ci sta salvando per davvero. Poi succede che gli umbri non mollano e accorciano le distanze, ma finiscono le batterie e nel finale restano anche in dieci. Risultato finale: Venezia 3-Perugia 1. Classifica: Ascoli 46, Perugia 45. Rimane del tempo anche per l’1-0 del Chievo sul Pescara, l’altra concorrente diretta per la salvezza che alla fine dovrà giocarsi la Serie B proprio contro il Perugia. Con le notizie dagli altri campi che sorridono all’Ascoli, le reti di Moncini e di Trotta per il definitivo 2-4 al Del Duca scivolano via quasi tra il disinteresse generale, in un clima di tranquillità tanto insperato un mese fa quanto agognato ieri sera, dopo una stagione a dir poco travagliata come quella che è si appena conclusa. «Stasera salvarsi con una vittoria sarebbe stato più soddisfacente, sono contento ma non sento tanta voglia di festeggiare dopo una sconfitta», «In effetti stasera ti sei salvato, ma in campo non hai lottato…» un botta e risposta fuori dal bar dopo il triplice fischio.

SALVEZZA! – Ma alla fine poco importa: ciò che conta è che può partire la festa. Al bar si sciabola e si brinda, mentre fuori dallo stadio si raduna qualche centinaio di tifosi per omaggiare i propri beniamini dall’altra parte del cancello esterno. Situazione più tranquilla in centro, dove si segnala soltanto l’accensione di qualche fumogeno. La stagione bianconera finisce qui, non ci sarà nessuno spareggio post-season: l’Ascoli è salva, ancora una volta, ancora per un altro anno. E nella stagione sportiva 2020/21 sarà di nuovo Serie B. Alla fine, tutto è bene quel che finisce bene.

L’Ascoli è salvo e resta in B nonostante il 2-4 con il Benevento Decisive le sconfitte di Perugia e Pescara


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