Zè Migliori, detto “Zè lu pellare” durante la gara della “Scuccetta”, un’altra sua invenzione (Foto Vagnoni)
Nazzareno “Zé” Migliori, l’uomo che ha inventato il cartoccio di olive fritte. Era il 4 agosto 1985, 35 anni fa, quando il produttore ascolano di olive farcite, tirò fuori le olive da… passeggio, copiate da tanti altri produttori fino a diventare un must dello street food nazionale.
Ma Migliori è stato anche uno dei più tenaci promotori della oliva dop, ottenuta nel 2005 dopo una lunga battaglia, ha fatto parte del Consorzio tutela e valorizzazione dell’oliva ascolana del Piceno Dop dove oggi figura tra i consiglieri il figlio Augusto. Ma in realtà Migliori era famoso, ben prima dei cartocci di olive, grazie ai polli allo spiedo di cui fu un pioniere.
Storicamente le olive ascolane dop, per come le conosciamo oggi, ripiene di carne, formaggio e spezie, sono nate attorno alla metà dell’800 come rivisitazione di una ricetta più antica dei monaci olivetani che nel XVII secolo le riempirono originariamente di verdure ed erbe aromatiche.
Nel corso del ‘900 la ricetta divenne molto popolare presso le famiglie ascolane, tanto che ognuna custodisce gelosamente segreti e piccole varianti.
Il 4 e 5 agosto 1985 a Zé Migliori (detto “Zé lu pellare”) venne in mente di rendere le olive fritte ancora più accessibili e durante la Quintana e la festa di Sant’Emidio allestì una bancarella, in stile medievale, all’aperto sotto le logge di Palazzo Arengo.
Si rese subito conto dell’entusiasmo e l’esperimento si rivelò cruciale quando dopo quasi tre mesi (fine ottobre 1985) fu inaugurata la Gastronomia Migliori che oggi avvale di dodici collaboratori fra gastronomia e laboratorio, tra cui Marinella Migliori e il figlio Augusto.
Migliori nel 1985
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