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L’Ascoli si gode
il “miracolo” Dionigi-Bifulco,
e intanto Lovato
approda al Lugano

SERIE B - Fatti e numeri alla mano, decisiva ai fini della salvezza è stata la svolta di giugno con gli arrivi del secondo direttore sportivo e del quarto allenatore stagionali e l'esonero di Abascal. Lo zampino dell'ex diesse Tesoro sull'approdo di Lovato nel club svizzero
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Massimo Pulcinelli, Gianni Lovato e Antonio Tesoro

di Andrea Ferretti

Gianni Lovato, ex direttore generale dell’Ascoli, passato ai saluti nel post lockdown, durante la rivoluzione tecnico-dirigenziale voluta da Massimo Pulcinelli, sta per accasarsi al Lugano, squadra del massimo campionato svizzero, per diventare il responsabile dell’area tecnica.

Lovato e Tesoro

Prosegue dunque la carriera calcistico-dirigenziale del 58enne ex giornalista torinese del quotidiano sportivo torinese “Tuttosport”, che giunse ad Ascoli chiamato dall’allora patron Francesco Bellini il quale aveva appena rilevato il fallimento dell’Ascoli Calcio di Roberto Benigni ribattezzandolo Ascoli Picchio.

Fu proprio Lovato, e di questo gliene va dato atto, ad occuparsi un po’ di tutto: sfera tecnica, mercato, (ri)organizzazione di sede e dipendenti, stadio. Insomma, un prezioso tuttofare che poi, come in tutte le belle favole, uscì di scena.

Lovato e Bellini ai tempi dell’Ascoli Picchio

Non fu un addio perché rispuntò nei giorni in cui lo stesso manager ascolano-canadese Bellini e il manager romano Pulcinelli misero nero su bianco per la cessione della società che venne rilevata dal numero uno di “Bricofer Italia”.

In questa seconda esperienza ascolana, Lovato ha stretto un forte sodalizio con il direttore sportivo Antonio Tesoro, anche lui giunto ad Ascoli con Pulcinelli. Un trio affiatato, durato fino al Coronavirus. Qualcosa si era evidentemente inceppato anche prima, e quando Pulcinelli ha rivoluzionato il club, nella lista degli addii c’erano anche i nomi di Lovato e Tesoro. E, per dimissioni, anche quelli degli ultimi ascolani del CdA Giuliano Tosti e Gianluca Ciccoianni.

Il ds Tesoro quando presentò Trotta e Morosini

Lovato se ne è andato – in sordina – a fine maggio, un mese prima della scadenza del contratto (30 giugno). Sordina addirittura raddoppiata quando a lasciare l’Ascoli e Ascoli è stato il ds Tesoro il quale aveva un altro anno di contratto.

In passato Tesoro ha lavorato per il Lugano, e per questo non si può affatto escludere che dietro l’ingaggio di Lovato da parte del club svizzero ci sia il suo zampino. Un rapporto ottimo quello instaurato tra l’ex diesse bianconero e il Lugano. Non a caso, infatti, nell’estate 2019 sono arrivati proprio dal Lugano sia Piccinocchi che Brlek.

L’abbraccio tra Dionigi e Bifulco

Intanto ad Ascoli, al posto di Lovato e Tesoro, sono giunti prima Andrea Di Maso, romano, con l’incarico di vice presidente vicario (il presidente è Carlo Neri, romano anche lui) nonché responsabile dell’area tecnica e di quella marketing, e poi – un colpo di fortuna dell’Ascoli – Giuseppe Bifulco proveniente dalla Roma per fare il diesse. Quest’ultimo ha avuto giusto il tempo di seguire le due partite perse in casa con Cremonese e Perugia, in cui la squadra venne troppo frettolosamente affidata ad Guillermo Abascal (sembrano scattate ieri le foto che ritraggono il 31enne tecnico a Roma, sorridente mentre firma il contratto e brinda con Pulcinelli e Di Maso), per capire che non poteva essere quella la strada per raggiungere la salvezza.

Ha puntato, o meglio scommesso, su Dionigi. E alla fine la scommessa l’ha vinta lui, l’ha vinta Pulcinelli che non lo ha ostacolato e l’ha vinta Dionigi che ci ha messo del suo iscrivendo il proprio nome nell’elenco degli allenatori dell’Ascoli che hanno compiuto un piccolo miracolo.


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