di Andrea Ferretti
Moreno Longo, Fabio Caserta, Bepi Pillon. Potrebbe uscire da questo mini ventaglio il nome del nuovo allenatore dell’Ascoli. E già. Si ricomincia da capo. Con Dionigi siamo ormai alla frattura e, a meno che di una retromarcia dell’ultimo momento, il mister della salvezza potrebbe passare nell’elenco degli ex allenatori del Picchio.
Giovedì 20 agosto il tecnico torna ad Ascoli dopo una brevissima vacanza per incontrare il direttore sportivo Giuseppe Bifulco, proprio colui che l’ha voluto ad Ascoli visto che il suo nome era ormai uscito da radar della Serie B, e che il patron Massimo Pulcinelli e gli altri dirigenti bianconeri nemmeno conoscevano.
Ma questo importa poco. Quello che conta, invece, è che Dionigi è riuscito nell’impresa (tale è stata) di salvare l’Ascoli. E, siccome nel calcio le casse contano più delle riconoscenze, ecco che la società di Corso Vittorio ha dato per scontato che lui continuasse a essere l’allenatore dell’Ascoli senza ritocchi sul contratto. A maggior ragione se si tratta di ritocchi sostanziosi – a detta di Pulcinelli – che un “agente” di Dionigi avrebbe avanzato all’Ascoli.
Non si è parlato di cifre. Ma nessuno, tranne gli stretti addetti a lavori, le conosce. Sembrerebbe però che la richiesta sia sui 180.000 euro. Pulcinelli parla di “triplo dell’attuale ingaggio”. Se così fosse, Dionigi si sarebbe dovuto accontentare sembra di 60.000 euro che, in effetti, per una panchina di Serie B appaiono pochini. Soprattutto se si tiene conto della salvezza ottenuta e del rapporto che si è venuto a creare tra Dionigi e i tifosi, nonostante sparuti “contatti ravvicinati” a causa di partite e allenamenti a porte chiuse.
Pulcinelli, che continua a litigare un giorno sì e quell’altro pure con i giornalisti, sta costruendo ancora una volta un altro nuovo Ascoli. Il punto fermo è Bifulco direttore sportivo. Poi, saltato Morgan De Sanctis della Roma, come direttore generale ecco l’ex Milan e Fiorentina Piero Ducci. E ora l’allenatore. Che, a pochi giorni, dalla ripartenza, è la pedina più importante. Anzi, fondamentale.
Longo ha 44 anni ed ha salvato il Torino in A che lo aveva chiamato al posto di Mazzarri esonerato.
Caserta, di anni ne ha 42 e non ce l’ha fatta a salvare la Juve Stabia dalla retrocessione in C.
Pillon, 64 anni, è il classico “buono per tutte le stagioni”. Era subentrato a Cosenza prima dell’emergenza Covid, poi si è dimesso quando scattò il lockdown. Dopo l’esonero di Zanetti, l’Ascoli aveva quas chiuso con lui, poi in extremis spuntò Stellone. E tutti sappiamo come è andata a finire.
Tre nomi, per ora, anche se quella d Pillon – ad Ascoli ha fatto benissimo in due momenti diversi – se messa ai voti, risulterebbe la scelta migliore. I voti della piazza, ovviamente, che non combaciano quasi mai con quelli di chi comanda, tira fuori i soldi e decide.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati