di Stefania Mistichelli
Nasce questo anno la “scuola dei non”.
Quello che sembrerebbe un titolo di un racconto alla Gianni Rodari è la situazione che tra pochi giorni si troveranno a vivere studenti e alunni delle scuole di ogni ordine e grado, scuole che pur di riaprire hanno seguito protocolli, diramato informative, affisso segnaletiche, raccomandato comportamenti cui dovranno attenersi bambini e bambine, ragazzi e ragazze, genitori e il personale scolastico tutto.
Una scuola in cui gli studenti non avranno un compagno di banco, non potranno prestare penne o temperini, libri dimenticati a casa o quadernoni.
E se fino all’anno scorso le chat scolastiche erano invase, soprattutto a settembre, di messaggi recanti indicazioni sul rigo adottato dalla classe, largo o stretto, con margine o senza margine, copertina in plastica trasparente o colorata (o niente copertina perché la plastica inquina), a farla da padrone in questi giorni sono – giustamente – le disposizioni anti Covid.
Dalle modalità di ingresso e di uscita da scuola, al quando mettere o togliere la mascherina, a come comportarsi a mensa: regole formulate da dirigenti e docenti, spesso in collaborazione con la componente genitori dei consigli d’istituto, per minimizzare il rischio cercando, al contempo, di permettere ai ragazzi di vivere il momento scuola nel modo più sereno possibile.
Per fare qualche esempio, nel plesso Malaspina dell’Isc Ascoli Centro D’Azeglio gli ingressi saranno “spalmati” su quindici minuti, dalle 8 alle 15 (con uscita alle 16) il tempo pieno, dalle 8.15 alle 8.30 (con uscita alle 13.15) il tempo normale. Moltiplicati anche gli ingressi, perché non si superi un numero massimo di accessi contemporanei.
E ancora, la mascherina dovrà essere indossata durante tutti gli spostamenti e sempre quando i ragazzi si troveranno ad interagire con i compagni.
Durante l’intervallo, infatti, i ragazzi consumeranno la merenda seduti, poi – indossata la mascherina – potranno alzarsi e uscire dall’aula, a seconda delle scelte dei vari istituti, sempre occupando un’area ben definita, in modo da evitare un diffondersi incontrollato del virus in caso di un eventuale contagio.
E in cartella non dovranno dimenticarsi di mettere una mascherina pulita di scorta, ben chiusa in un contenitore.
Tante le disposizioni e tanta anche la buona volontà di una comunità scolastica che sta cercando di ripartire, nel rispetto delle regole, ma anche senza annullare la socialità, in un mondo che sulla relazione ha posto il suo significato da secoli.
Laddove però la buona volontà non basterà, sarà necessario tanto personale in più.
«Come i miei colleghi – fa sapere Nazario D’Amato, dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Mazzocchi – Umberto I”- ho fatto richiesta di personale integrativo necessario per espletare tutte le azioni dovute e previste nei protocolli anti-contagio, ma ad oggi non so ancora se e in che modo la mia richiesta sarà soddisfatta. Quello che so con certezza è che con il personale attualmente in organico ripartire sarà molto problematico».
E mentre chi da più parti invoca lo slittamento dell’avvio dell’anno scolastico, intanto le scuole si organizzano coinvolgendo, dove possibile, anche i genitori, per esempio nell’installazione della segnaletica che tutti dovranno rispettare per muoversi in sicurezza all’interno degli istituti.
Una settimana alla riapertura, Silvia Giorgi: «Ecco come sarà la mia scuola»
Anno scolastico al via, Valentina Bellini: «Costruiamo la nuova scuola»
Marche, per le 179 aule inadeguate “sdoppiamento” o didattica digitale
Ufficiale la riapertura degli asili nido comunali, la novità è la stanza Covid
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati