di Andrea Pietrzela
Un’esperienza urbana di rinascita. È così che è stato definito il weekend promosso da “Il Piceno: ricostruzione, comunità, buon vivere”, un’iniziativa di Officina Italia (un progetto di Carsa e della Fondazione Symbola), con il patrocinio dell’Amministrazione comunale,all’insegna della comunità marchigiana e del buon vivere caratteristico dei territori dell’entroterra (leggi qui).
L’iniziativa è sede di tappa del “Grand Tour delle Marche”, il circuito di eventi esperienziali che a partire da EXPO 2015 l’organizzazione di Tipicità ha sviluppato con crescente successo insieme ad Anci Marche.
Tante le suggestioni proposte: dopo la mostra, una multivisione e convegni dedicati al tema nella Pinacoteca Civica durante la settimana, si passa agli “spazi esperienziali” di sabato e domenica allestiti a Piazza Arringo e nel giardino di Palazzo dell’Arengo.
«Si tratta di un format del tutto innovativo – ha spiegato Alberto Monachesi di Tipicità – Dopo i convegni tecnici, ora pensiamo ad educare divertendo. Abbiamo ribaltato il classico paradigma: non sono gli organizzatori che spiegano, ma la visita è esperienziale tramite il contatto con coloro che ogni giorno abitano le aree interne».
L’inaugurazione dell’evento ha preso il via quando Angelica Marcantoni ha guidato passo dopo passo il percorso nelle diverse aree allestite. Senza fare i nomi delle aziende, si passa dalla nuova e-mobility arrivata da un gruppo di Varese che ha progettato le pulizie dei luoghi di montagna con i monopattini nei centro storici, ad un’associazione di tiro con l’arco di Camerino ad un’azienda di calzature, borse e accessori fatti a mano di Monte Urano.
All’interno del chiosco, invece, trovano spazio soprattutto le eccellenze enogastronomiche del territorio. È possibile conoscere da vicino la viticoltura eroica di Arquata del Tronto allestita tra i 700 e i 1000 metri, assaggiare la mela rosa dei Sibillini o conoscere lo storico e biologico anice verde di Castignano oltre che gli allevamenti, con produzione di sughi e paté, di lumache.
Anche qui, però, non mancano gli stand dedicati all’innovazione: una start-up innovativa, nata dall’unione di forze di un’azienda di Comunanza e una di Jesi, ha realizzato una maglia termica con mascherina incorporata, mentre un organismo di ricerca pubblico-privato, partecipato anche dalla Regione Marche, illustra come si occupa di innovazione di prodotti e processi. C’è anche chi ridoma la vita attraverso l’arte generando oggettistica d’arte dai rifiuti che finiscono in mare e chi ha catturato il suono della città di Ascoli e non solo.
Per evitare spoiler più dettagliati non ci dilunghiamo oltre: l’unico modo che c’è per vivere questi “spazi esperienziali” a pieno è recarsi di persona a Piazza Arringo e lasciarsi trasportare – e sorprendere – dall’atmosfera e da tutto ciò che il caratteristico entroterra marchigiano è in grado di offrire.
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