Son state rese note le motivazione della sentenza (leggi l’articolo) dei giudici della Corte di Appello di Perugia in merito alla rimodulazione della pena a carico del tabaccaio ascolano Giorgio Giobbi condannato per l’omicidio di Giovanni Albertini, morto in seguito alle riferite riportate in un pestaggio in piazza del Popolo avvenuto la sera del 17 febbraio 2016.
La vittima Giovanni Albertini
In primo grado, ad Ascoli, Giobbi era stato condannato a due anni per lesioni, mentre al pugliese Cosimo Damiano Chirico erano stati inflitti 12 anni.
In secondo grado, però, i giudici della Corte di Appello di Ancona, dopo aver riascoltato i testimoni presenti quella sera in piazza e commissionato una nuova perizia, avevano condannato Giobbi a 11 anni e otto mesi (leggi l’articolo) in base alla sentenza emessa l’11 ottobre del 2018.
A seguito del ricorso in Cassazione presentato dai legali del tabaccaio (i penalisti Sergio Liberati e Federico Cecconi supportati anche dal collega Alessio De Vecchis), nel novembre dello scorso anno i giudici della Suprema Corte decisero di rimandare le carte questa volte alla Corte di Appello di Perugia (leggi l’articolo) per rideterminare la pena a carico di Giobbi confermandone comunque la colpevolezza.
Infine, con la sentenza emessa nel luglio di quest’anno (leggi l’articolo), i giudici umbri fissarono in 8 anni e 4 mesi la condanna per Giobbi.
Dalle motivazioni dei giudici perugini è possibile risalire a come si è arrivati alla rideterminazione della pena.
Mauro Gionni
Sotto osservazione in particolare c’era la questione dell’aumento di pena a causa dell’aggravante della recidiva per cui Giobbi era stato assolto in primo grado, ma poi condannato in appello senza che il pm ne avesse richiesto l’applicazione.
La Corte di Appello di Perugia, invece, ha fissato la pena base in 11 anni e 7 mesi di reclusione a cui si devono aggiungere le due aggravanti rimaste in piedi (anche alla luce del fatto che Albertini fu colpito mentre era incapace di difendersi) pari ad un altro anno di reclusione in luogo dei 18 mesi decisi ad Ancona.
In base allo sconto per la scelta del rito abbreviato si è giunti così alla pena di 8 anni, 4 mesi e 20 giorni.
I familiari di Albertini si sono costituti parte civile tramite l’avvocato Mauro Gionni. A disposizione dell’imputato c’è sempre la strada di un nuovo ricorso in Cassazione.
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