di Renato Pierantozzi
Tra i ricercatori italiani impegnati in prima linea nella ricerca contro il cancro ricevuti oggi, 26 ottobre, al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella c’è anche l’ascolano Matteo Calvaresi, professore di chimica all’Università di Bologna (Laboratorio “Giacomo Ciamician“).
Calvaresi, già autore di ricerche sui nano materiali finite sulla rivista “Le Scienze” (leggi l’articolo) e scoperte rivoluzionarie nel campo dei bio materiali (leggi l’articolo), ora è impegnato in un progetto di ricerca finanziato dalla fondazione “Airc” e denominato “NanoPhage“.
«Sono rimasto sorpreso dell’invito ed ovviamente davvero onorato -ha affermato il professor Calvaresi tramite Unibo Magazine– Si tratta di un riconoscimento non solo personale, ma a tutto il lavoro che il mio team del NanoBio Interface Lab ha fatto in questi anni per la messa a punto di terapie innovative per il cancro attraverso l’uso delle nanotecnologie».
Il docente, diplomatosi al Liceo Scientifico “Antonio Orsini” e molto legato al suo paese d’origine Spinetoli, ha spiegato anche alcune caratteristiche del progetto.
«Si basa -ha detto- sulla combinazione di due idee altamente innovative. L’uso di un virus, innocuo per l’uomo, riprogettato per riconoscere selettivamente le cellule tumorali e l’impiego di luce o di ultrasuoni per uccidere le cellule tumorali, attraverso la mediazione di nanoparticelle.
Oggi più che mai sappiamo che i virus e le loro specificità possono essere pericolosi avversari per l’uomo, ma è importante tenere in conto che in alcuni casi possono rivelarsi preziosi alleati nella lotta contro le malattie, compreso il cancro».
In particolare, riconoscendo le cellule tumorali e la possibilità di attivare la terapia con luce o ultrasuoni, si potrebbero ridurre gli effetti collaterali delle terapie sui tessuti sani.
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