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Rifugio Zilioli, lavori ultimati:
il sisma non ferma la storia

MONTI SIBILLINI - Il bivacco costruito nel 1959, punto di riferimento per gli escursionisti, era stato reso inagibile dal terremoto. Tra mille difficioltà è rinato dalle sue "ceneri" grazie all'impegno di tanti soggetti guidati dal Cai di Ascoli. Per ora, causa pandemia, sarà utilizzato solo per le emergenze
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Il rifugio rinasce 

Come l’Araba Fenice, il bivacco Zilioli distrutto dal sisma risorge dalle proprie ceneri. Anche in senso letterale: perché il suo già frequentatissimo terrazzo in larice appoggia sulle pietre del vecchio rifugio, ideato dopo la tragica morte del giovane alpinista ascolano Tito Zilioli daun comitato promotore che raccolse i fondin ecessari alla sua edificazione, nell’estate 1959 da muratori arquatani che trasportarono il materiale a dorso di mulo, su un’area appositamente donata alla sezione Cai di Ascoli dalla comunanza agraria di Pretare.

E il vecchio rifugio ha passato il testimone al futuro con l’emozionante ritrovamento della pergamena posta dai suoi padri fondatori all’interno della prima pietra di posa. Oggi come allora, l’indispensabile sostegno economico è giunto dal territorio piceno: dalla Fondazione Carisap e dall’Avis Provinciale, sempre attente allecomunità locali, cui si affiancanola Società Alpinisti Tridentini e altri finanziatori.

La sua forma contemporanea è già un’attrattiva per centinaia di persone: si tratta di una struttura sicura e confortevole, realizzata in pannelli x-lam dalla ditta Edil Nicoletti di Trento, rivestita in alluminio rinforzato dalla MetalRoof di Fermo, progettata gratuitamente dall’architetto e direttore lavori ascolano Valeriano Vallesi, socio Cai e scialpinista, affiancato per la parte esecutiva dall’architetto Riccardo Giacomelli di Caldonazzo di Trento, con cui condivide la passione per l’architettura in quota.

Gli elitrasporti hanno permesso di ricambiare in parte il dono generoso e lungimirante della comunanza agraria di Pretare, con il recapito in quota del materiale necessario alla manutenzione di un ricovero per pastori. Terminati gli ultimi lavori, il locale invernale sarà aperto per un utilizzo di emergenza, mentre la parte chiusa tornerà a essere prenotabile soltanto quando le condizioni sanitarie restituiranno un po’ di normalità.

Allora si potrà finalmente festeggiare assieme. Perché ilnuovo Zilioli è un traguardo condiviso da tutti coloro che hanno sostenuto l’impegno del  Cai: oltre agli sponsor e alle maestranze, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Comune di Arquata del Tronto, la Soprintendenza, i professionisti che hanno prestato la loro opera volontaria, i soci e i soccorritori che hanno trasportato materiale e vigilato sul cantiere.

Ma anche i tantissimi escursionisti italiani e stranieri che hanno assistito con stupore e rispetto alla sua nascita, i fan che sui social hanno fatto sentire il loro affettuoso sostegno. Il cerchio della solidarietà si è stretto ancora una volta intorno alla montagna più alta del nostro territorio. Il piccolo Zilioli, simbolo di rinascita e di ritorno, è di nuovo lassù per tutti: a noi spetta a tutti di averne cura.


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